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giovedì 30 aprile 2015

A Iseo "l'officina degli abiti" : riuso e lavoro solidale

In riva al lago di Iseo, le Acli hanno organizzato un laboratorio per riparazioni e stiratura. Un’isola di amicizia e un’opportunità per donne senza lavoro.
Solo un “lavoretto” o un’occasione di rilancio, umano prima che professionale? “Abiti in officina” è un progetto di lavoro solidale, realizzato dal circolo Acli di Iseo, in provincia di Brescia.
È dedicato a donne e in particolare mamme in difficoltà economica che desiderano un lavoro, anche temporaneo. Presso lo spazio offerto dall’Istituto Canossiano, le Acli ritirano abiti da riparare o da stirare e le donne coinvolte, affiancate da volontarie competenti, vengono pagate con il sistema dei voucher lavoro. Alle persone che fruiscono del servizio viene proposto di lasciare un’offerta libera che va ad alimentare il fondo del progetto “Lavoro solidale”. Il fondo è il motore di questa e di altre iniziative del circolo che in “Abiti in officina” sembrano oggi aver trovato il loro punto di sintesi.

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sabato 25 aprile 2015

Iseo e Manzanares i gemelli europei. Il progetto Europeo nEULakes si amplia

  Dopo il gemellaggio con Tamsweg (Austria)  ora si viaggia verso la Spagna.Protocollo d'intenti sottoscritto dai due sindaci di Iseo e Manzanares. Tutto ha avuto origine dal progetto finanziato dall'Unione Europea nel quadro di «Europe for citizens» nEulakes (Network of European Lakes) .  Prossimamente la proposta verrà presentata in Consiglio Comunale . Le due municipalità intendono   partecipare congiuntamente a progetti europei  puntando sulla promozione di iniziative che favoriscano il turismo della terza età, sulla destagionalizzazione e realizzazione di spot sostenibili a fini turistici.
Già presentata domanda all'Agenzia esecutiva per l'Istruzione, gli Audiovisivi e la Cultura (Eacea) per accedere ai finanziamenti stanziati dall'Unione Europea a sostegno dei gemellaggi. Manzanares si trova nella provincia di Ciudad Real nella comunità autonoma di Castilla-La Mancha (Spagna). Fra le attrattive un bellissimo castello costruito nel 1239 dall'Ordine di Calatrava.
Sorge nel Parco regionale dell'alto bacino del Manzanarre (Parque Regional de la Cuenca Alta del Manzanares in spagnolo), creato nel 1985 ed è area naturale protetta della Spagna.

venerdì 24 aprile 2015


giovedì 23 aprile 2015

A Lovere straordinaria scoperta di una necropoli Romana con 97 tombe e reperti archeologici di pregio




Le indagini in corso a Lovere presso il campo sportivo di Via Martinoli hanno conosciuto una fase preliminare nell’estate del 2013 quando sono state realizzate 4 trincee esplorative che hanno permesso di individuare tre recinti funerari databili ad età romana, posizionati nella porzione di campo lungo l’attuale via Martinoli, che si sovrappone ad una preesistente strada di età romana. La presenza di tombe in quest’area - spiega la dott.ssa Fortunati - è un dato noto almeno dal 1819, così com’è frequente, in letteratura archeologica romana, il posizionamento di necropoli lungo assi viari.

L’importo complessivo dei lavori di indagine archeologica, realizzati sulla base del progetto redatto con l’Accademia Tadini e approvato dalla Giunta comunale nel marzo del 2013, è stato pari a circa 100.000 euro, dei quali il 40% è stato sostenuto dal Comune di Lovere, mentre la restante parte da importanti contributi della Fondazione Banca Popolare di Bergamo (€ 50.000) e della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo (€ 10.000).




Il recupero della Necropoli romana - precisa il Sindaco Guizzetti - è una delle azioni inserite nel progetto “Percorsi archeologici alla scoperta dell’identità culturale del territorio dei laghi bergamaschi”, elaborato dai Comuni di Lovere (ente capofila), Casazza e Predore, dall’Accademia Tadini di Lovere e dalla Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi con l’obiettivo di favorire l’identificazione tra la popolazione locale e il proprio patrimonio culturale attraverso un’accresciuta consapevolezza delle trasformazioni storico-culturali del territorio. Nel dicembre del 2013 il progetto è stato premiato da Fondazione Cariplo con un cofinanziamento del 50% delle spese per la sua realizzazione, che ammontano complessivamente ad € 1.100.000. Nello specifico, il costo dei lavori in fase di svolgimento presso il sito di via Martinoli è pari € 600.000, il 50% dei quali sostenuto direttamente dal Comune di Lovere.
L’attuale campagna di ricerca, resa possibile grazie alla grande disponibilità della Parrocchia di S. Maria Assunta di Lovere, proprietaria del campo sportivo sotto il quale è sita la Necropoli, è diretta dal funzionario della Soprintendenza Archeologia della Lombardia dott.ssa Maria Fortunati ed è realizzata dagli archeologi della ditta SAP Società Archeologica di Mantova, con un’equipe media giornaliera di sei professionisti che svolgono materialmente l’indagine; hanno lavorato e lavorano in cantiere gli archeologi Emiliano Garatti (responsabile di cantiere), Annalisa Rizzotto, Alessandro D’Alfonso, Federica Guidi, Igor Sanavia, Mimosa Ravaglia, Priscilla Butta, Marco Tremari, Ezio Sarina e Marco Redaelli. Svolgono frequentissimi sopralluoghi ai lavori il Sindaco di Lovere, dott. Giovanni Guizzetti, ed il parroco don Claudio Laffranchini. La direzione tecnica dei lavori è affidata al D.L. arch. Marco Agliardi e tutto il progetto è seguito dall’ufficio tecnico del comune di Lovere nella persona del R.U.P. arch. Francesca Chierici; per evitare problemi strutturali al muro di via Martinoli, inoltre, è stata affidata la consulenza statica a due noti professionisti, gli ing. Mario Cottinelli e Dario Catalini. La movimentazione terra è effettuata dalla ditta Edilnova di Bagnatica (Bg) e le modalità di rinterro a “terre armate” seguono il progetto del geologo dr. Gaetano Butticè.
Come spiegato dalla Soprintendenza e dall’arch. Garatti, in questa campagna di scavi, iniziata con accantieramento in dicembre 2014 ed inizio lavori in gennaio 2015, sono stati ad oggi rinvenuti 6 recinti funerari di dimensioni e planimetria variabili:
il recinto 1, con un’estensione di circa 130 m², presenta 17 tombe, di cui 12 inumazioni e 5 incinerazioni;
il recinto 2, di circa 65 m², presenta 11 tombe, di cui 9 inumazioni e 2 incinerazioni;
il recinto 3, di circa 80 m², presenta 3 tombe, di cui 2 inumazioni ed 1 incinerazione;
il recinto 4, di circa 41 m², non ha al suo interno tombe;
il recinto 5, di circa 145 m², presenta 41 tombe, di cui 21 ad inumazione e 20 ad incinerazione;
il recinto 6, di circa 120 m², presenta 25 tombe, di cui 16 inumazioni e 9 incinerazioni.


Ad oggi, dunque, sono state rinvenute complessivamente 97 tombe, di cui 60 inumazioni e 37 incinerazioni. E’ possibile stimare il rinvenimento complessivo di circa 120-130 tombe al termine della campagna di scavi: i lavori sono tuttora in corso nei recinti 3 e 6, i cui dati sono quindi da considerarsi parziali.

Per quanto riguarda il rito funerario, la tipologia che prevale è quella delle inumazioni in nuda terra, con circa 50 casi (in ogni recinto, è il tipo di sepoltura più comune). Nel recinto 5 è stata inoltre individuata una sepoltura ad inumazione con scheletro posto in posizione prona: un caso di sepoltura anomala, non isolato in età romana. Ci sono infine 7 casi in cui lo scheletro è stato deposto in una struttura mista di frammenti laterizi e pietre, priva di legante.
Altra tipologia diffusa sono le incinerazioni in nuda terra (20 casi); ed anche abbastanza comuni sono le incinerazioni in struttura laterizia, in particolare in cassetta laterizia (10 casi).
Le restanti tipologie sono poco rappresentate, o addirittura uniche, nelle restanti tombe indagate: vi sono due tombe ad inumazione inserite in struttura muraria; un inumato subadulto, coperto da un’anfora segata a metà; ed un inumato presumibilmente seppellito in cassa lignea (sono stati rinvenuti residui di legni che inducono a quest’ipotesi).


Tra le incinerazioni vi sono due sepolture in struttura muraria, una in cassa litica e due in urna cineraria.
Quasi tutte le tombe rilasciano elementi di corredo, con oggetti di varia tipologia e natura: sono presenti vaghi di collana in pasta vitrea; armille in bronzo; anelli in argento con castone, alcuni dei quali conservano l’elemento decorativo originario (predomina la gemma, che in via preliminare sembra realizzata in pasta vitrea); vasi in ceramica di differente forma e tipologia (bicchieri, olpai, coppe a pareti sottili, olle, Henkeldellenbecker ovvero bicchiere tipo Lovere con depressione sotto l’ansa), anfore ad anse apicate; lucerne; orecchini; fibule e fibbie; dadi da gioco.
A questi rinvenimenti vanno sommati i dati numerici ricavabili dalla campagna di scavi del 1996, ed in tutte le precedenti indagini effettuate in modo sporadico e casuale nel XIX e XX secolo, che solo in parte potranno essere aggiunti ai dati scientifici disponibili, considerato lo scarso livello di documentazione.

L’arco cronologico coperto dalla necropoli, in via preliminare, conferma lo sviluppo ipotizzato dagli studi effettuati negli ultimi anni, compreso tra il I ed il IV secolo d.C.; esistono sepolture che insistono nell’area cimiteriale in età medievale, quando i recinti erano ormai defunzionalizzati e tuttavia in modo parziale visibili, ma l’assenza di corredi impedisce al momento una corretta indicazione cronologica delle tombe più recenti.
Nelle giornate di venerdì 27 e sabato 28 dello scorso mese di marzo - raccontano la dott.ssa Fortunati e l’arch. Garatti - il cantiere è stato aperto alle scuole del comprensorio di Lovere: il Convitto “Cesare Battisti”, la scuola elementare “Capitanio”, il polo tecnico “Ivan Piana”, il polo liceale “Decio Celeri” e l’istituto comprensivo “Papa Giovanni XXIII”. Una rappresentanza degli alunni, per un totale di circa 500 unità, ha potuto visitare il cantiere, debitamente attrezzato per l’occasione, accompagnata dagli insegnanti, sotto il controllo degli operai della ditta Edilnova e con la guida degli archeologi operanti sullo scavo. Grazie alla disponibilità ed organizzazione del Conservatore dell’Accademia Tadini, dott. Marco Albertario, la parte didattica è proseguita con alcune lezioni tenutesi presso la Sala delle Conferenze della Tadini, nel corso delle quali agli alunni è stato fornito l’inquadramento storico e geografico di Lovere e della sua Necropoli e sono stati presentati i dati delle indagini archeologiche del passato, oltre ad un breve resoconto di quelle attuali; è stato inoltre presentato agli alunni, in modo più generale, il mestiere dell’archeologo. Relatori sono stati la dott.ssa Chiara Ficini, specializzanda in Archeologia all’Università di Padova, con tesi sui materiali di Lovere, e gli archeologi Emiliano Garatti, Annalisa Rizzotto e Federica Guidi della ditta SAP, che operano in cantiere.
La campagna di scavo alla Necropoli - conclude il Sindaco Guizzetti - terminerà entro la fine del prossimo mese di maggio, nel pieno rispetto di quanto previsto dal cronoprogramma dei lavori. Il campo sportivo, perfettamente ripristinato, sarà quindi riconsegnato alla Parrocchia di Lovere all’inizio di giugno per la sua completa fruizione.

sabato 18 aprile 2015

Maratona dell'Acqua 2015 annullata


Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato “E’ con immenso dispiacere che il comitato organizzatore Asd Equipe Running coadiuvato da Rosa & Associati annuncia che la prossima edizione della Maratona dell’Acqua inizialmente prevista per domenica 20 Settembre 2015 è stata annullata e non si svolgerà.”
Non si terrà quindi quella che doveva essere la quinta edizione della maratona lungo il Lago d’Iseo.

giovedì 16 aprile 2015

Pista ciclabile Toline: la gestione dei lavori passa dalla Provincia alla Comunità Montana

La Provincia di Brescia e la Comunità Montana del Sebino Bresciano hanno firmato l'accordo di Programma per il completamento della realizzazione della pista ciclabile Toline a Govine, che fa parte del progetto denominato "Riqualificazione turistica delle aree in fregio alla sponda orientale del lago d'Iseo".
Il costo complessivo ammonta a 900mila euro, di cui 450mila sono fondi provinciali, 370,8 regionali, 4,2 mila sono risorse della Comunità Montana del Sebino Bresciano e 75mila euro sono fondi del Comune di Pisogne.
«Questo intervento non è ancora stato concluso - ha spiegato il presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli - in quanto puntuali indagini geologiche rispetto al fondale del lago d'Iseo, il progetto originariamente predisposto, nel 2009, non risulta più attuabile e deve quindi essere rivisto. Riteniamo opportuno che i lavori di completamento della "Vello Toline" vengano riprogettati, appaltati e diretti dalla Comunità Montana del Sebino Bresciano, che ha già avuto da parte di Regione Lombardia un contributo pari a un milione di euro per la realizzazione del tratto di pista ciclabile verso Pisogne».
La Provincia di Brescia cede dunque alla Comunità Montana del Sebino Bresciano la titolarità nella realizzazione dell'intervento, dando atto che la spesa ad oggi sostenuta per le opere già realizzate ammonta a 346 mila euro e che quindi, rispetto al finanziamento complessivo dell'opera, le risorse ancora disponibili per la copertura finanziaria dell'intervento di completamento ammontano a circa 554 mila euro: circa 277mila fondi provinciali, 228mila fondi regionali, 2,5 mila euro fondi della Comunità Montana e 46mila euro risorse del Comune di Pisogne.
«La pista ciclopedonale Vello Toline è una delle più suggestive del nostro territorio - ha concluso il Presidente Mottinelli - sono certo che, con il completamento della riqualificazione, i bresciani e i turisti potranno godere appieno di questo gioiello che, durante il percorso, sa regalare panorami mozzafiato, a picco sul nostro lago alpino». La durata dell'accordo di Programma è prevista in 5 anni.

giovedì 9 aprile 2015

La traversata del lago d’Iseo





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    Per il 
  • Concorso Giornalisti in erba 2015

  • Il racconto di (Matteo Bertazzoli – 4^A INFORMATICA ISS RIVA SARNICO)

    Quel giorno mi svegliai di mattina verso le sette, ero un po’ agitato dato che era la mia prima traversata, ma allo stesso tempo ero carico, sentivo di poter andar bene.

    Appena uscii di casa vidi che il cielo era scuro, sembrava che stesse andando a piovere e non era una buona cosa, dato che avrebbero rinviato la gara.
    Salimmo in macchina io, i miei genitori ed i miei nonni e ci recammo alla palestra dei Giardini Garibaldi, ad Iseo, per fare la punzonatura. Questa operazione consiste nel prendere la propria boa con il numero assegnato (il mio era l’ 86) e ricevere un cip, che si doveva obbligatoriamente legare alla caviglia e che sarebbe servito ai giudici per rilevare il tempo una volta arrivati al traguardo. Infine ci si doveva preparare con muta, cuffia e occhialini.
    Una volta arrivati alla palestra mi unii ad alcuni dei miei compagni di squadra che partecipavano alla traversata assieme a me, salutai i miei genitori e andai a prepararmi .
    Man mano che il tempo passava la palestra si riempiva di persone di ogni età: in totale eravamo circa 250 iscritti fra maschi e femmine, under e over 18. La competizione si faceva interessante. 
    Appena uscimmo (io e i miei amici) salimmo sul battello che doveva portarci alla partenza situata a Predore, sulla riva opposta alla nostra. Dopo esserci imbarcati notammo che l’acqua era un po’ mossa e che quindi nuotare non sarebbe stato facile, ma dimenticammo quel pensiero parlando delle nostre paure e facendo ipotesi su come la gara sarebbe andata.
    In pochi minuti raggiungemmo il luogo della partenza e dopo aver legato saldamente la boa alla vita ci tuffammo in quell’acqua gelata e scura: non si vedeva nulla e questo non ti faceva pensare positivo, dato che avevamo ancora circa 3100 metri di nuoto da compiere!
    Giunse finalmente il momento della partenza, tutti ammassati l’uno di fianco all’altro. Due regole da rispettare: non perdere né la boa, né il cip,due fattori che avrebbero comportato la squalifica dell’atleta.
    Sentii uno sparo, quello era il segnale!
    Partirono tutti molto forte, non potevo permettermi di rimanere indietro, quindi iniziai pure io a tirare e anche se sapevo di non essermi preparato per quella gara, volevo farla bene!
    Iniziai a superare molta gente fino a quando rimasi da solo, fra il gruppo di quelli forti e i restanti dietro. Dopo pochi minuti notai che il gruppo di testa era volato via, altre 2 o 3 persone invece erano rimasti a pochi metri da me. “Non sono troppo lontani “, pensai e infatti li raggiunsi, rimanendogli attaccato ai piedi, mentre il cielo si schiariva e il sole splendeva su di noi.
    Oramai il freddo non si sentiva più, era stato rimpiazzato dall’adrenalina.
    Rimanemmo in 4 persone fino alla fine, spalla a spalla, una lotta per aggiudicarsi un buon posto in quella traversata. Anche se la stanchezza si faceva sentire, le braccia erano pesanti e i muscoli contratti dallo sforzo, non mi potevo arrendere: ero arrivato fin lì ed era il momento di tirar fuori tutta l’energia che mi rimaneva.
    Giunsi al traguardo esausto e ottenni l’undicesimo posto su tutti con il tempo di 40’:59”. Non pensavo assolutamente di ottenere una così degna posizione in questa mia prima traversata: ero soddisfatto. Poco dopo cominciarono ad arrivare altri miei amici e tutti ci fecero i complimenti perché eravamo stati veramente in gamba e l’anno prossimo ho intenzione di ripetere quest’esperienza…e provare a vincerla.