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lunedì 31 ottobre 2016

PASSIRANO Enea Guarneri ventiquatrenne eroe alpino sepolto vivo



Medaglia d'oro al valor militare




Capitano ( Alpini , Comandante della 214a compagnia )


Data del conferimento: 24/05/1924


Alla memoria


motivazione:


Giovane ufficiale di rare virtù militari e del più puro patriottismo, animatore dei suoi dipendenti, che seppe predisporre ad ardite imprese, sempre primo ove vi era un pericolo da affrontare ed ultimo a lasciare il campo di battaglia, condusse sempre brillantemente il proprio reparto sia in cruenti assalti come in difese disperate. In diverse azioni ferito, ed alcune volte gravemente, non abbandonò mai il posto di combattimento; ma sereno e calmo, attivo e pieno di slancio persistette sempre nella lotta, sia che vi arridesse la vittoria, sia che la fortuna non corrispondesse al valore suo e del suo reparto. In un combattimento di retroguardia, dopo tre assalti, ferito e circondato dal nemico per avere protetto fino all’estremo possibile la ritirata del battaglione, prima di cadere prigioniero, fece presentare le armi dai pochi superstiti ai numerosi compagni d’arme, che nel suo esempio avevano trovata la forza di morire sul posto del dovere e del sacrificio. Infine in prigionia, conservando alto lo spirito e col pensiero rivolto alla Patria, anelante di affrontare per lei nuovi cimenti, organizzò un ardito tentativo di fuga; durante il quale, sprofondatasi la galleria, per la quale doveva avvenire l’evasione e rimastovi quasi completamente sepolto, non volle essere soccorso per non dare l’allarme e compromettere così la progettata fuga dei compagni; e fra gravi sofferenze, sopportate con vero stoicismo, moriva eroicamente suggellando la sua vita, tutta spesa per la Patria, con un atto fulgido di valore, per cui il nemico, ammirandolo, ebbe ad onorarlo degnamente e la forte Brescia lo ha elevato a simbolo di sua gente. Monte Rombon, 16 settembre 1916- Ortigara, 19 giugno 1917- Monte Cavallo, 27 ottobre 1917- Aschak sul Danubio, 25 giugno 1918.
Il capitano fu sepolto, con gli onori militari, nel cimitero di guerra della cittadina di Hartkirchen, la salma è stata successivamente traslata e riposa nel Cimitero di Passirano.

La Montina presenta a Milanello il nuovo Franciacorta RossoNero @Milan @LaMontina #Franciacorta

Milanello, ottobre 2016 - A.C. Milan e La Montina si sono dati appuntamento anche 
Presentazione a Milanello

quest’anno a Milanello per presentare con la prima squadra il risultato della collaborazione tra le due società. Per il secondo anno consecutivo A.C Milan ha infatti scelto le bollicine della cantina franciacortina La Montina come official sparkling wine. L’anno scorso, a vestirsi dei colori rossoneri era stato un pregiato Satèn. Quest’anno sarà il Millesimato Brut 2010ottenuto da uve raccolte solo nelle annate e nei vigneti migliori, composto da Chardonnay, che dona eleganza e finezza, e da Pinot Nero, per struttura e vinosità. Un vino pieno, di carattere, un Franciacorta ancora più prezioso ed elaborato, quello scelto per la nuova stagione dai Rossoneri e concesso in anteprima esclusiva da La Montina.

Video sulla Tenuta La Montina 


La bottiglia sarà acquistabile online sia sul sito de La Montina che sull’official online store di A.C. Milan.
Il Franciacorta RossoNero sarà inoltre disponibile presso:
  • Enoteca La Montina - Via Baiana, 17 – 25040 Monticelli Brusati (BS)
  • Milan Mega Store - C.so Vittorio Emanuele II Galleria San Carlo – Milano (MI)
  • Cucina Milanello - Via Aldo Rossi,8 - 20149 Milano (MI)
  • Casa Milan Store - Via Aldo Rossi,8 - 20149 Milano (MI)
  • San Siro Store, ingresso 14 - Piazzale Angelo Moratti - 20151 Milano (MI)

La Montina, cantina dei Rossoneri in Franciacorta, apre le sue porte ai visitatori tutti i giorni della settimana per visite guidate e degustazioni. Per tutti gli associati A.I.M.C. sono previsti sconti speciali.
Info: La Montina - Tel. 030 653278 - info@lamontina.it - www.lamontina.it

lunedì 24 ottobre 2016

LAGO D'ISEO Le Streghe del Sebino fra leggenda e verità



Oltre ad essere luogo di meta turistica, il Lago d’Iseo, chiamato anche Sebino, è ricco di leggende che si tramandano da secoli.
MONTISOLA, la più grande isola lacustre d’Europa. Qui tutti si ricordano il giorno della Matta e molti ragazzini ancora ne sono terrorizzati. Ma chi era la “Matta”? Si narra che il 14 luglio di ogni anno le acque del lago d’Iseo si tingano di un colore cupo e che una misteriosa strega, la Matta appunto, afferri per le gambe i bagnanti mentre nuotano in prossimità delle “ere” e li trascini nei fondali. Realtà o fantasia, fatto sta che molte e misteriose sono le morti per annegamento che succedono proprio il giorno della Matta e nessuno sull’isola sa darne una spiegazione.
ISEO. Ma la “Matta” sembra non essere l’unica a divertirsi ad afferrare le gambe dei bagnanti. Una leggenda narra che la madre di San Pietro fosse una donna malvagia, che durante la sua vita non aveva mai compiuto una buona azione. Per questo, quando morì, andò all’inferno. Pietro riuscì con le sue preghiere ad ottenere di poter portare con lui in Paradiso la propria madre, e così dal Paradiso venne buttata una lunghissima e grossa corda che arrivava fino all’Inferno. La madre di Pietro poteva così arrampicarsi e raggiungere il proprio figlio, ma dietro di lei si attaccarono anche altre anime dannate, desiderose di uscire dal quel terribile luogo. La madre di Pietro se ne accorse, e nonostante fosse quasi in cima e vicina quindi al proprio figlio, cercò furiosamente di scacciarle. Lo fece con così tanta forza e accanimento che perse l’equilibrioe scivolò con loro nuovamente all’Inferno. La corda venne quindi ritirata e non le fu più concesso di risalire. Pazza d’odio e di rancore verso tutti, da quel giorno, la madre furibonda di Pietro, esce dall’Inferno proprio nel giorno della festa dedicata alla santità del figlio, il 29 giugno, scatenando furiosi temporali e aggirandosi sul fondo del lago. Si dice che tenti di afferrare le gambe dei bagnanti per vendicarsi con suo figlio che non l’ha portata in Paradiso e vuole trascinare almeno un’altra anima all’Inferno.
Peschiera Maraglio, è un paesino posto a Montisola. Degli scritti risalenti al 1578 confermano l’ipotesi che vi fosse un santuario dedicato a San Rocco e che si trovasse nei pressi della chiesa parrocchiale, ma non era consacrato e serviva per celebrare messa quattro volte al mese. Ma già nel lontano 1677 non si parlò più di questa cappella, che come confermano gli scritti, doveva anche essere decadente. Resta comunque il fatto che nessuno però abbia ancora individuato parti della sua struttura, o i resti di una cappella distrutta dal tempo.
PISOGNE, terra aggregata alla Val Camonica dal XIV° sec., si narra che nel 1518 alcune donne trovarono morte atroce per le ingiustificate accuse di stregoneria. Otto giovani vennero accusate di comportamenti soprannaturali, o meglio satanici. Ree confesse dopo lunghe ore di torture subite nelle prigioni, le donne vennero quindi condotte in processione, nella piazza Umberto I°, nel centro del paese, dove le attendeva il rogo “purificatore”. Una volta legate ai pali, i sacerdoti del tribunale chiedevano loro di confessare pubblicamente i peccati e rinnegare Satana. Venne appiccato il fuoco e la folla assisteva alla loro agonia fra urla di approvazione e disprezzo nei confronti di queste giovani adepte del signore degli inferi.
La Valle del Diavolo, conosciuta anche come la Valle del Freddo. Secondo un’antica leggenda il Diavolo avrebbe sfidato Dio sulla cima del Monte Clemo, che sovrasta i laghi d’Endine e Iseo e dal quale si possono vedere la Valcamonica, il massiccio dell’Adamello, la Valle Cavallina e addirittura la zona della Franciacorta. La posta in gioco era il dominio delle anime che popolavano le vallate sottostanti e la sfida consisteva nel lanciare il più lontano possibile un enorme masso rossastro, di quelli che si trovano nei pascoli della montagna. Satana, che era lo sfidante, lanciò per primo e la sua pietra cadde su un colle della località Pratilunghi, situata proprio davanti alla Valle del Freddo, rompendosi in quattro pezzi. Dio a sua volta lanciò il suo masso che giunse addirittura al di là della valle, sui prati del Possimo. Il Demonio, a questo punto, vedendosi sconfitto, per la collera batté con tanta forza il tallone sulla roccia che la montagna si spezzò, inghiottendolo nelle viscere dell’Inferno da cui era arrivato. Da quelle profondità Satana iniziò ad alitare un vento gelido, una sorta di respiro malefico, che ancor oggi si può sentire e che dà appunto il nome alla Valle del Freddo. In realtà le grosse pietre esistono davvero e sono diverse da quelle circostanti perché si tratta di giganteschi massi erratici portati dal ghiacciaio ai tempi dell’ultima glaciazione.
Spostandoci un pochino verso OME, vi è la leggenda delle sorelle Federici: Calveria e Guercina. Gli anni dopo il Mille furono infatti macchiati da delitti e storie macabre, e soprattutto la storia delle due sorelle colpì la memoria della gente per la loro crudeltà. Calveria e Guercina erano mogli di due altri fratelli: Giraldo e Marzucchio dagli Ome. Spinte dalla sete di un sempre maggior potere, uccisero il loro anziano padre e un fratello. Col favore delle tenebre, indossarono abiti maschili e, armate di frecce avvelenate, assalirono e uccisero due consoli bresciani, colpevoli ai loro occhi di essersi dimostrati troppo favorevoli al popolo. Successivamente progettarono un piano per porre a capo della città i loro rispettivi mariti. Furono però scoperte e costrette a fuggire, ma abbandonando la città si unirono ad una schiera di uomini corrotti e ricercati dalla legge. Forti di questi nuovi alleati, attaccarono ancora per molti anni la provincia bresciana, assalendo, uccidendo e provocando incendi. La loro macabra carriera terminò con la morte di entrambe in uno scontro armato.
(fonte Xplora Oltre I Confini )

domenica 23 ottobre 2016

FRANCIACORTA dal 29 ottobre al 1 novembre 2016 Un week-end d'autunno in Franciacorta tra arte, cultura e cantine

In Franciacorta, fra le mete italiane predilette dall’enoturismo internazionale, per gustare i sapori e i colori dell’autunno. Per accogliere gli enoturisti, cantine, distillerie, laboratori di prodotti tipici associati alla Strada del Franciacorta saranno aperti al pubblico dal 29 ottobre al 1 novembre in occasione del long weekend di Ognissanti Le cantine organizzeranno visite guidate seguite da degustazioni di Franciacorta, il più pregiato vino italiano prodotto con Metodo Classico.  È consigliabile prenotare la visita presso le aziende e i produttori prescelti. Chi desidera trascorrere qualche giorno in Franciacorta in occasione di questo ponte o, in genere, in autunno può scegliere fra le molte le proposte messe a punto per gli enoturisti e pubblicate sul sito della Strada del Franciacorta. I pacchetti vanno dal Week end alla Settimana e abbinano il soggiorno a varie attività, dalle degustazioni guidate alle visite a Monte Isola, dalle escursioni in bicicletta alle passeggiate tra le vigne.  Il pacchetto week-end, ad esempio, comprende visita in cantina con degustazione, cena o pranzo a scelta, gita in battello sul Lago d’Iseo, un pernottamento: il costo parte da 90 euro in agriturismo e varia in base alla tipologia di struttura prescelta, che spazia dalla dimora storica all’hotel a 5 stelle. Infine, Per chi ama i sapori autentici della tradizione, novembre sarà a Rovato il Mese del Manzo all’olio. Per tutto il mese, ristoranti e trattorie proporranno menu a base di questo prelibato piatto, simbolo della gastronomia franciacortina, che potrà essere degustato, con l’immancabile accompagnamento di polenta, ad un prezzo particolare.
Da visitare, il medievale Monastero di San Pietro in Lamosa a Provaglio d’Iseo, l’Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano decorata con opere dei grandi pittori della Scuola bresciana rinascimentale, il Convento dell’Annunziata di Rovato. Da ammirare, torri medievali (la più imponente è quella di Adro) e castelli (i castelli di Passirano e di Bornato), ville sei-settecentesche dove la nobiltà bresciana trascorreva il periodo della villeggiatura (fra cui Palazzo Torri di Nigoline e Villa Lechi di Erbusco). Per gli amanti della natura, ecco la Riserva naturale delle Torbiere del Sebino, le vigne da scoprire a cavallo o in bicicletta, o ancora il lago d’Iseo da attraversare a bordo di battelli fino a Monte Isola, la più grande isola lacustre d’Europa.

domenica 9 ottobre 2016

PROVAGLIO D'ISEO - FAR (Fabbrica Artigianale Reti) compie 70 anni

Cuore, tradizione, passione, lavoro. Sono questi gli ingredienti che hanno animato dal 1946 la FAR, Fabbrica Artigianale Reti, retificio di Provaglio d’Iseo (BS), in Franciacorta, specializzato nella produzione di reti in fibre sintetiche per lo sport, l’industria, l’antinfortunistica, il tempo libero, l’agricoltura e la pesca.
Nato con Stefano Ribola nel 1940 a Monte Isola, come piccolo laboratorio di produzione di reti per i pescatori del Lago d’Iseo, il retificio è stato registrato da Battista Ribola (figlio di Stefano) all’Ufficio Provinciale del Commercio e dell’Industria di Brescia il 9 luglio 1946 con la tessera d’iscrizione n. 73567 alla voce “Comm. Reti da pesca e loro attrezzi”.

«In tutti questi anni con grossi sacrifici e tanto lavoro, io e i miei fratelli Luigi, Giuseppina e Franca abbiamo seguito i passi del papà Battista – racconta Mario Ribola, amministratore di FAR – puntando all’innovazione continua dei macchinari e delle materie prime per soddisfare un mercato attento alla qualità, alla sicurezza e alla molteplicità delle applicazioni che possono avere le reti».
L’azienda, prima in Italia tra i produttori di reti e tra i leader in Europa e nel mondo, ha chiuso il bilancio al 31 dicembre 2015 con un fatturato di 6 milioni di euro, in costante crescita.
Il 33% è rappresentato dall’export. Nell’ultimo anno il retificio, certificato UNI EN ISO 9001, ha venduto 500.000 kg di reti in 50 paesi del mondo. Il tutto partendo dall’area produttiva di 8.500 mq (altri 2.500 mq sono dedicati al magazzino), che conta 13 telai, 3 orditoi e altri macchinari tessili all’avanguardia in cui lavorano 37 persone tra soci, operai e tecnici specializzati a cui si aggiungono le decine di collaboratori esterni.
Punti di forza l’altissima specializzazione, la diversificazione di prodotto e la produzione, da sempre Made in Italy.
Il nome FAR non appare tra i fornitori, perché il retificio si affida a rivenditori, ma sono sue le reti di protezione delle piste utilizzate ai mondiali di sci 2015 (e in molti circuiti FIS), quelle di protezione utilizzate durante i lavori di ristrutturazione della Tour Eiffel, quelle che Lega Volley e Federazione Italiana e Internazionale di Pallavolo montano per i loro campionati o quelle da calcio usate sui campi della serie A. E ancora quelle di Disneyland Parigi, di Gardaland, quelle usate per l’anima delle Lamborghini o le reti anticaduta uomo utilizzate per la sicurezza dei lavoratori nei cantieri di tutta Europa e nel mondo.
«Consideriamo questo anniversario come una tappa del viaggio intrapreso, Abbiamo la tenacia, la passione e lo spirito che ha animato i nostri genitori, tanti progetti nel cassetto ai quali dobbiamo ancora dare luce e vogliamo che la tradizione di macchine e uomini continui. Dunque il nostro è un successo che ci rende orgogliosi e che merita di essere condiviso con i tanti i clienti, i collaboratori, i fornitori e gli amici che sono entrati a far parte del mondo FAR portandoci ad essere l’azienda leader nel nostro settore» – spiega Massimiliano Stefini, uno dei soci junior di FAR insieme a Marilde Colosio, Antonello Stefini e Isabella Ribola.