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lunedì 15 maggio 2017

LOVERE Federico Zeri racconta l'Accademia Tadini, ascolta il Podcast Rai - Stendhal



Solo in pochi lo conoscono. Un museo ricco di opere molto importanti grazie alla fondazione del nobile cremasco Luigi Tadini il quale raccolti molti quadri volle donarli ad una galleria dell'Accademia Tadini che fu appositamente costruita con una facciata imponente che guarda verso il lago.


Museo pochissimo noto e anche luogo sociale, c'è una Sala per concerti. Raccoglie quadri soprattutto delle scuole dell'Italia settentrionale.


Nella Sala terza dove c'è da ammirare una bellissima Pietà a due figure firmata da Gerolamo da Treviso il Vecchio, un quadro di grande impatto emotivo soprattutto per come le due figure ed il sepolcro di Cristo sono inserite nel paesaggio, un quadro da guardare a lungo per essere compreso.






Sempre della scuola veneta un bellissimo Jacopo Bellini "Madonna col Bambino", acquistato a Venezia nel 1811 dal Tadini, epoca delle grandi confische napoleonica, soprattutto a Venezia il mercato fu inondato da opere pregevolissime, sempre a Venezia acquistò una Madonna dell'Umiltà con otto angeli del trecento attribuita a Lorenzo Veneziano ma probabilmente di un seguace, perchè madonna dell'umiltà perchè è un quadro che riflette l'iconografia della Madonna seduta su un cuscino poggiato al suolo tenendo il bambino in braccio, è un'iconografia che ebbe un grande successo nel tre e quattrocento mentre nel diciassettesimo lentamente sparisce.


Era una rappresentazione con particolari connotati simbolici, E' straordinario come il Tadini avesse occhio per i pittori di alta epoca in un tempo in cui non erano molto apprezzati e considerati, mentre il grande momento sarà molto più tardi , ovvero dopo il 1840, il Tadini ebbe un fiuto particolare, e la sua raccolta è rimasta celebre per la sua qualità dei quadri di alta epoca. pochi i collezionisti interessati alla pittura del tre quattrocento.






Nella quinta sala un bellissimo battesimo di Cristo firmato dal cremasco Vincenzo Civerchio del 1539 entrato nella collezione in seguito per la soppressione della chiesa di San Domenico a Crema, ed è una delle gemme della pinacoteca, un quadro molto singolare come descrizione formale






Altri quadri del cinque-seicento da citare "La Resurrezione di Cristo" del veronese Jacopo Ligozzi (1587) e splendide opere della Scuola di Verona e di Venezia.






L'ordinamento attuale non è cronologico per cui ci sono le prime sale con opere barocche Pietro della Vecchia


Un opera fiorentina Il quadro più famoso della pinacoteca, una Madonna col Bambino con una cuffietta opera sicuramente veronese attribuita al Veronese (Domenico Morone), nella fisionomia della Madonna, nel rapporto fra figure e paesaggio, pare intravedere Piero della Francesca, probabilmente ipotesi da smentire, l'impressione che avesse visto le sue opere e lo avesse anche copiato.


Nella settima sala un'opera di scuola veneziana una Madonna con Bambino fra due santi, fra cui San Cristoforo del trevisano Paris Bordon comprato nel Tadini nel 1805.






E' impressionante la precocità di questa raccolta che per fortuna si è salvata fino a noi, molte simili a questa sono state disperse nel corso delle grandi vendite ottocentesche soprattutto dopo l'Unità d'Italia, rimangono solo gli inventari scritti.






Oggetti i tre bellissimi arazzi fiamminghi di cui due di soggetti biblici e uno di soggetto profano di alta qualità gli arazzi si basavano su cartoni e progetti fatti da grandi artisti come Raffaello chi avrà fatto i cartoni dei tre arazzi dell'Accademia Tadini? mistero, forse un artista fiammingo


La Galleria è fondamentale capolavoro della prima metà del settecento che legge un dovuto al Pitocchetto ma la pinacoteca copie antiche la Berenice di continua anche fino al secolo XIX la visita è una scoperta anche per gli specialisti della sotria dell'arte. Non c'è mai una cosa banale.


Tele dell'Hayez anticipa certe riesumazioni un fotogramma cinematografico del cinema del secolo XX di pittori generalmente disprezzati nei quali si trovano nel cinema Italiano del neorealismo il rapporto fra figure e paesaggio in la dell'ottocento ha avuto un enorme influsso chi ha rotto questo rapporto sono stati soprattutto i surrealisti assume dei connotati originali m a schemi nel secolo XIX