giovedì 20 febbraio 2014

ISEO Il segno dell'acqua (1997) Franca Ghitti ....e il segno che non c'è





Passeggiando sul lungolago di Iseo sarà capitato anche a voi, come è successo a me, di vedere questa scultura posta nella parte terminale della passeggiata che si protende nel lago come a fondersi con i profili delle montagne che le fanno da sfondo.
Ci giro attorno, la osservo da diverse angolazioni, so che si tratta di un' opera datata 1997 dal titolo  "Il segno dell'acqua" dell'artista camuna Franca Ghitti scomparsa solo due anni fa.
Già, io lo so, ma perché non parlarne anche a chi capita da queste parti ? Perché non porre un piccolo cartello? mi sento di suggerire una targa che illumini e stuzzichi la mente di chi ne rimane incuriosito. Perché non raccontare delle opere realizzate sparse per il mondo: Bilbao, Monaco, Vienna, Milano, Nairobi, New York. Perchè non ricordare le altre opere sparse fra Sebino e Valcamonica, segnalare un percorso, un filo di Arianna che le lega.
Anche questo è turismo.... 
  
Come una cascata di metallo luccicante, onde che brillano al sole e vele che si piegano al vento: sono le sue sculture ecologiche in ferro che interagiscono con l'ambiente che le circonda e lo modificano, portando l'osservatore a riflettere sul tema del rapporto tra arte e paesaggio, rappresentando l'acqua come l'agente naturale di un processo eterno e anonimo che interviene sulle cose secondo modi assimilabili a quelli della scultura.
Nel rispetto della volontà dell'artista Franca Ghitti scomparsa l'8 aprile 2012 si è costituita, con sede a Cellatica, la Fondazione «Archivio Franca Ghitti» 
Primo obiettivo della fondazione è il museo, una sede espositiva per sculture, disegni e scritti dell'artista.
Altre iniziative sono in corso, tra cui la prima monografia  a cura di Elena Pontiggia per l'editore milanese Skira e di cui si prevede la pubblicazione nel 2014.
 Oltre a una importante mostra antologica che verrà allestita in Valcamonica voluta dal Museo Musil-Fondazione Micheletti.
In lavorazione anche un film di una vita scolpita sulle strade dell'arte promosso sempre dalla Fondazione Archivio Franca Ghitti. La regia è firmata da Davide Bassanesi il documentario sarà in lavorazione durante l'anno in corso e verrà ufficialmente presentato nel 2015.
Fare tesoro della propria ricchezza valorizzando l'arte e il territorio, anche questo è un "elogio alla bellezza". 

giovedì 13 febbraio 2014

II VIDEO: Monique Soltani e "Wine Oh TV" (2012 Wine Blog Awards) alla scoperta del Franciacorta



Il nuovo video di Monique Soltani, giornalista americana di Wine Oh TV, in visita in Franciacorta alla scoperta della nostra terra e dei nostri vini.

mercoledì 12 febbraio 2014

Monique Soltani e "Wine Oh TV" (2012 Wine Blog Awards) alla scoperta del Franciacorta

Le immagini di Monique Soltani, giornalista americana di Wine Oh TV,
 in visita in Franciacorta alla scoperta della nostra terra e dei nostri vini.


Una delegazione di giornalisti statunitensi in visita alle cantine franciacortine:  Laurie Daniel del San Jose Mercury News, Michael Apstein della Wine Review Online, Doug Paulding della Sante Magazine, Monique Soltani di WineOh TV e Joe Garrigo del Diario Las Americas erano accompagnati dal Paul Wagner della Balzac Communications-California.

Hanno intervistato Ezio Maiolini della cantina Majolini, Barbara Copler cantina Montenisa, Franco, Cristina e Arturo Ziliani cantina Berlucchi, Costantino Antonio Gabardi cantina Gussalli Beretta, Maurizio Zanella,  Barone Pizzini, Mosnel, Antica Fratta. 

lunedì 3 febbraio 2014

PROGETTO SEBINO esplorazione dell'Abisso Nueva Vida nelle viscere del Sebino





La scoperta dell'Abisso Nueva Vida, attualmente con sviluppo di 4 km e profondità di 502 metri. Nella parte finale riprese assolutamente inedite sull'esplorazione del famigerato Ramo C'Attivo, fermo attualmente a -220 metri, 
ma che promette bene... 
Tutte le riprese sono fatte durante le esplorazioni.

Corna Trentapassi un panorama che toglie il respiro



Qual è il posto più bello, più spettacolare e meraviglioso per vedere il lago d´Iseo? Naturalmente e senza dubbi dalla cima di Corna Trentapassi, soprattutto oggi che è sabato mattino e non si lavora, e il sole ci illumina alla grande. Quest´anno gennaio é mitico e fa felice tutti: alpinisti, sciatori, trekkers e molti altri, insomma, tutti quelli a cui piace perdersi e stare immersi nella natura. 

Lo sanno bene quelli di Zone, che tendono a sottolinearlo, che il posto più bello per godersi il panorama è la cima Trentapassi, anche se qualcuno ribatte che forse il "Gölem" è migliore, beh... punti di vista e questioni di gusto, comunque sono entrambi belli. Fatto è che da qua si è a picco sul lago blu, e il panorama sul burrone toglie il respiro, verrebbe voglia di lasciarsi andare per essere sostenuti dal vuoto come una Poiana, arrivando pian piano fino in fondo, sfiorando l´acqua del lago e risalir fino a Montisola.Gran fermento sul sentiero e gran casino sulla vetta. Sono seduti sotto la croce a godersi il sole, d´altra parte oggi è un bel giorno, e l´euforia si fa sentir, tutti ammirano lo scenario, l´Adamello, la Presolana, le montagne bergamasche, fino ai lontani Appennini, senza tralasciare i posti che si riconoscono a vista sulla pianura.Due ore con tutta calma ci vogliono per arrivare quassù da Zone, passando da una mulattiera fiorita di primule, attraversando un bosco di Elleboro, o comunemente chiamata la Rosa di Natale, un ultimo tratto ripido tra i prati, e finalmente ecco la cima, o le cime, in quanto le vette sono due, appunto come le corna. Come sono due le croci che primeggiano e sovrastano la Valle Canonica. E là, poco più in basso, sopra un´altra piccola cima, c´è un bel Gesù che sta li a proteggere Pisogne e i suoi abitanti.E poi giù di corsa che ci aspettano trattorie nostrane. Zone e baciata dal sole, qui si mormora che si vive più a lungo, il che potrebbe essere vero visto l´aria fresca che arriva dal Guglielmo, o forse il buon cibo, o forse la tranquillità, o forse chissà cosa. Un occhio alle piramidi ci vuole, con la relativa domanda: come faranno quei sassi cosi grandi a rimanere per secoli poggiati su un mucchio di sabbia? Misteri della natura!
di Alessandro Piotti-GHEDI
lettera pubblicata da BresciaOggi del 3.2.14

domenica 2 febbraio 2014

Pisogne, il "paese del cavallo bianco"...



Si rincorrono su Facebook i ricordi della memoria e nella pagina WE LOVE PISOGNE quelli sulla storia del cavallo bianco che accoglie i visitatori che giungono nella cittadina proveniendo dalla strada rivierasca.

Ricorda il cavallo di Troia, anzi è proprio un cavallo di Troia, ma Pisogne non è una città da conquistare con l'inganno ma una città da scoprire per le sue bellezze.








A me ha sempre ricordato un altro cavallo-simbolo il dalecarlian (cavallo di legno) svedese o dalahast(in lingua svedese) simbolo della regione di Dalarna in Svezia.

Ma torniamo alla storia del "nostro", fu progettato nel '68 dall'Architetto Doninelli, che di certo non si sarebbe immaginato che sarebbe diventato il simbolo di Pisogne, in occasione della sfilata di Carnevale e veniva seguito da figuranti vestiti da antichi troiani, era fatto con uno scheletro di bacchette di ferro rivestite di carta pesta a aveva le ruote di legno, alcuni bambini prendevano posto nella pancia cava del cavallo per uscirne all'improvviso dalla botola nel bel mezzo della festa.

In quegli anni il «Carnèal de Pisogne» era davvero una grande festa con sfilate di carri costruiti per l'occasione da gruppi di cittadini ingegnosi e fantasiosi, poi con la crisi scappo via anche la voglia di divertirsi e il carro fu messo nel posto dove si trova oggi.
Negli anni successivi subì atti vandalici, fu anche gettato nel lago, ma alcuni cittadini e il gruppo scout di Pisogne lo sistemarono rivestendolo con del gesso bianco, infine è stato "cementato".
E' indubbio che sia un simbolo di Pisogne, il "paese del cavallo bianco"...





sabato 1 febbraio 2014

Nasce il gruppo "Sei di Iseo se..." , spopolano su Facebook i gruppi che affermano il senso di appartenenza per i nostri paesi

È la moda del momento su Facebook, di gran lunga il social network più frequentati del web: un modo per fare comunità, per condividere ricordi, emozioni, luoghi del cuore.Quello che ci è rimasto dentro dei nostri paesi e che non c’è più.

 Così sono spuntati come funghi profili Facebook che fanno da macchine del tempo, da album fotografico.

 Una memoria collettiva per ogni comunità, per ogni paese del Sebino e della Franciacorta e a volte anche per le frazioni. Perché ognuno ha qualcosa da raccontare, un ricordo da condividere, un’emozione da rivivere.

Si allargano di secondo in secondo perché calamitano l'attenzione di tanti che hanno voglia di leggere e condividere ricordi della loro infanzia e adolescenza.

"Sei di Rovato se...." è al top della classifica con 945 membri seguito da Sarnico, Provaglio d'Iseo,Adro,  Lovere, Paratico, Pisogne, Marone, Predore e Tavernola Bergamasca.
Tantissimi i ricordi postati, fra ironia e nostalgia. 


Ci sono quei bar e negozi simbolo di un tempo che non c'è più, e ci sono quelli che ancora resistono. Poi le persone, le date, le abitudini. Facebook trascina il suo popolo in un viaggio tra nostalgia e ricordi. Le pagine "Sei di.... se" si moltiplicano.
Iseo ne è stata contagiata, ed ora anche la cittadina sul Sebino ha il suo spazio dell'amarcord: "Sei di Iseo se..."