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domenica 15 luglio 2018
giovedì 12 luglio 2018
CASTELLI CALEPIO visita al Castello dei Conti
Le prossime occasioni per ammirare il Castello saranno:
Domenica 15 – 22 Luglio 2018: ingresso con visita alle ore 15 e alle ore 16:30
Mercoledì, 04 – 11 – 18 Luglio 2018: ingresso con visita alle ore 20:45
***
La prenotazione…
è obbligatoria solo per i gruppi di visitatori, ma è sempre gradita (anche via SMS o WathsApp)
***
INFO/Prenotazioni: 331.7531149
***
Biglietto d’ingresso: prezzo intero 5,00 euro; prezzo ridotto a 3,00 euro da 7 a 12 anni compresi; ingresso gratuito fino a 6 anni compresi, e per diversamente abili e relativo accompagnatore.
Il ricavato sostiene le attività della Fondazione “Conti Calepio”.
La visita dura circa 90 minuti.
I gruppi di almeno quindici persone possono concordare una visita privata, preferibilmente da marzo a ottobre.
Il Responsabile del Castello Vi guiderà alla scoperta della residenza dei Conti ed è a Vostra disposizione anche per l’utilizzo del Castello, per iniziative pubbliche e private.
Nella nostra pagina Facebook sono presenti gallerie di immagini delle varie iniziative svolte.
Nel disegno sottostante sono tracciate solo le strade suggerite per raggiungere il Castello.
Il Castello è a soli 3,5 km dall’uscita A4 “Ponte Oglio” (direzione Sarnico). Il borgo antico di Calepio (frazione del Comune di Castelli Calepio) sorge accanto alla Strada provinciale 91 della Val Calepio; dal parcheggio, l’unica via centrale dell’abitato (via Conti Calepio) conduce al Castello.
Ai viaggiatori con pullman privati si consiglia l’uscita A4 “Grumello – Telgate” e la fermata presso la pensilina degli autobus del borgo di Calepio.
sabato 7 luglio 2018
LOVERE : dal 1543 storia d'amore per il silenzio e la preghiera delle Clarisse di Lovere
Chiesa di San Martino |
L’iniziativa di creare un monastero a Lovere spetta a due frati cappuccini, anch’essi una famiglia religiosa nuovissima all’epoca, che vedendo che qui c’erano ben due conventi di frati e nessuno di suore chiesero a una nobildonna di interessarsi per fondare un monastero. Questa nobildonna, ottenuti i permessi delle autorità, si rivolse alle monache terziarie di Fino del Monte che inviarono quattro sorelle per creare un primo nucleo di vita clariana.
Il 20 aprile 1543 il convento delle Suore Clarisse è costruito ed è loro affidata, per le celebrazioni, la chiesa molto più antica che si trova accanto, la chiesa di S. Martino.
Dopo i primi anni, nel 1549 si stabilisce la clausura, dopo che due sorelle dal monastero di Brescia avevano introdotto la regola clariana approvata da papa Urbano IV; il 25 maggio 1549 il monastero è intitolato a santa Chiara. Nei decenni seguenti, dato il numero crescente di ragazze che chiedono di entrare in monastero, viene costruita una nuova chiesa, che è attualmente offerta in comodato e ospita iniziative culturali. La chiesa fu consacrata nel 1652.
Nelle cronache del primo secolo di vita del monastero troviamo tra l’altro i segni del doloroso passaggio dell'epidemia di peste del 1631-32 che aveva provocato nel paese ben cinquecento morti e l'abbandono di quasi altrettante persone, in maggioranza artigiani e commercianti. È la peste di cui parla Manzoni nei Promessi Sposi.
Il diciottesimo secolo è stato per molte comunità un secolo di decadenza della vita spirituale, e, se non è stato così anche a Lovere, dobbiamo ringraziare prima di tutto il Signore, e poi la presenza efficace dei Vescovi di Brescia, attraverso le loro visite e, in particolare, l'opera di alcune Madri abbadesse che hanno saputo seguire le orme di S. Chiara nella sua maternità spirituale.
Della vita e della figura delle prime nostre sorelle che vissero qui non sappiamo quasi nulla: la loro storia è custodita dal Signore nel segreto ed è rivelata solo nella luce dell'eternità, di altre invece, in tempi più recenti, ci rimane una traccia (a volte solo di poche righe) nel libro dei "necrologi" che raccoglie le testimonianze sulla morte e le virtù delle sorelle.
Le qualità più evidenziate dai necrologi sono: obbedienza, umiltà, compassione, sincerità, amore per tutte le sorelle e per i poveri, zelo nell'osservanza della Regola, pazienza nelle malattie, amore per il silenzio e la preghiera.
Gli ultimi anni del XVIII secolo vedono l'Europa sconvolta dalla Rivoluzione Francese, i cui ideali di "libertà, uguaglianza, fraternità" venivano imposti ai popoli con la forza delle armi.
Nel 1797 l'Italia diventa provincia di conquista. In questi anni a cavallo fra i due secoli, anche il monastero fu coinvolto nelle alterne vicende politiche, con una breve soppressione nel 1798, durante la quale le sorelle trovarono rifugio in una casa situata in riva al lago, che diventò quasi un piccolo monastero in cui riuscirono a continuare una forma di vita comune e di fedeltà alla loro chiamata anche nelle difficoltà dell'"esilio" forzato. La vittoria napoleonica di Marengo ricostituì nella pianura padana la Repubblica Cisalpina e iniziò così un periodo di difficoltà e angherie da parte dei ministri subalterni della Repubblica: tuttavia, pur fra mille prove, le sorelle poterono continuare ad abitare nel monastero.
Intanto la storia faceva il suo corso e nel 1813, dopo la sconfitta in Russia dell'esercito napoleonico, le province di Venezia e Lombardia furono unite sotto il dominio dell'Imperatore d'Austria. Il decreto di ripristinazione del monastero porta la data dell'11 febbraio 1817 e contiene alcune limitazioni e obblighi, fra cui, in particolare, quello dell'educazione delle giovani da parte delle monache. Questo educandato, che venne soppresso solo nel 1865 per interessamento del Vescovo Mons. Girolamo Verzeri, mirava a formare delle future maestre di scuola dando loro, oltre alla base culturale, anche una buona formazione cristiana. Qui studiò e crebbe nel suo proposito di santità Bartolomea Capitanio, dall'autunno 1818 al giugno 1822, rimanendo in monastero fino al 1824 come "maestra approvata".
La famiglia intanto andava crescendo, sia per l'arrivo di nuove postulanti, sia per l'accoglienza di alcune monache, provenienti da altri Ordini, ancora senza monastero e che chiedevano di essere ricevute in comunità. Il generoso inserimento di queste ultime ritardava però l'attuarsi di quella "vita comune in tutto" che era stata il desiderio di S. Francesco e S. Chiara d'Assisi. Infatti la differente provenienza, l'età, le abitudini, la diversa formazione spirituale, creavano dei problemi per l'unità di vita anche nel vitto e nel vestiario.
Per risolvere questi problemi le sorelle maturarono un proposito di maggior comunione fraterna e si arrivò a fissare delle norme concrete che vedevano, per esempio, l'istituzione di una stanza comune dove conservare la biancheria e una maggior uguaglianza a mensa, salvo restando le attenzioni particolari per le malate, secondo la carità e lo spirito della Regola.
Nella seconda metà dell’800 anche il tipo di devozione, ricco di sentimento e di fiducioso abbandono alla Provvidenza, si riflette nel modo di esprimere l'amore per il Signore Gesù e per i Santi da parte delle sorelle clarisse.
Nell'anno 1859 la Lombardia era passata sotto il governo piemontese e le suore vennero a sapere che in Piemonte molte feste religiose erano già state abolite e parecchi monasteri soppressi; la loro preghiera si intensificò allora e la comunità fu posta sotto la protezione del Cuore Sacratissimo di Gesù, di Maria e di S. Giuseppe.
Nel 1866 il Governo sancì un "decreto di soppressione di tutte le religioni". Nel giugno 1868 Madre Angelica Lazzati dovette assistere alla "presa di possesso" della Chiesa da parte del Delegato demaniale, sono gli anni difficili delle soppressioni: ci sono forme di povertà scelte e altre… imposte.
Come si viveva in monastero la povertà? Non è facile per noi oggi immaginare il tenore di vita delle sorelle nei secoli passati, dalle testimonianze delle cronache appare però (oltre alla povertà materiale nel vitto, nel vestiario…) soprattutto la ricerca della povertà evangelica, povertà di spirito che si manifesta nel lavoro assiduo, nella fedeltà alle piccole cose e ai doveri quotidiani e nel guardare sempre, innanzi tutto, a Gesù povero e umile.
Le cronache ci raccontano anche che l'otto dicembre 1885, per favorire la comunicazione fraterna e crescere nel proposito di "vita comune" fu introdotta nell'orario giornaliero la ricreazione, momento durante il quale le sorelle tuttora condividono liberamente le piccole o grandi esperienze quotidiane.
Il secolo XX si apre all’insegna delle novità ed è tutto segnato, per un aspetto, dal progresso, che raggiunge anche i luoghi della quotidiana vita dell'uomo e, per un altro verso, dalla ricerca di un certo ritorno alle fonti.
Il processo di modernizzazione che interessò le clarisse del Monastero S. Chiara nei primi decenni del secolo, è ben significato dall’introduzione della luce elettrica (1916), intorno agli anni '20 si poté usufruire dell'acqua potabile negli ambienti del monastero e un benefattore regalò, nel 1927, il primo armonium per accompagnare il canto liturgico.
Il 21 novembre 1950 Papa Pio XII aveva offerto alla Chiesa, e in particolare agli Ordini monastici femminili, la Costituzione Apostolica "Sponsa Christi", nella quale si raccomandava l'aiuto scambievole fra i monasteri di clausura (alcuni dei quali dopo la seconda guerra mondiale soffrivano per mancanza di aiuti spirituali ed economici). Nacquero così le "Federazioni" che raggruppano vari monasteri in base alla collocazione geografica. Il monastero S. Chiara di Lovere fa parte della Federazione Piemonte-Liguria-Lombardia, e proprio qui si svolse, nel novembre 1955, il primo incontro fra le Madri Abbadesse di undici monasteri.
Iniziava così un cammino di arricchimento reciproco che continua tutt'ora favorendo molto la crescita della comunione fraterna e la formazione iniziale e permanente.
Per le sorelle povere, come per tutta la Chiesa, il maggior evento di grazia della seconda metà del secolo XX è stato il Concilio Vaticano II, che ha portato un grande rinnovamento della vita spirituale insieme alla riscoperta dell'importanza del carisma dei fondatori. Con la celebrazione della liturgia in italiano ogni sorella (cominciando dal 1972) ha potuto avvicinarsi con maggior facilità alle ricchezze della Parola di Dio, la quale è il sostegno quotidiano della vita monastica. Anche il modo di incarnare i voti religiosi è stato riveduto in base ai documenti conciliari e post-conciliari.
Come accennavo all’inizio, un passo significativo di rinnovamento fu compiuto dalla comunità con l'abbracciare, nel 1974, la Regola scritta dalla stessa Madre S. Chiara, risalendo così alla prima fonte del carisma delle sorelle povere.
Un fenomeno caratteristico del nostro tempo è quello dello scambio di aiuti fraterni fra i monasteri, soprattutto nell'ambito della stessa Federazione. A più riprese alcune sorelle di questo monastero sono andate ad aiutare, per un periodo limitato di tempo o anche definitivamente, altri monasteri, così che i legami di conoscenza e di amicizia fra sorelle sono adesso ben più vivi che nei secoli passati.
Nel 1988 è stato possibile portare a compimento un progetto che era nei desideri del nostro Vescovo Mons. Luigi Morstabilini prima e poi di Mons. Bruno Foresti; la fondazione di un nuovo Monastero a Bienno. Così nel 1988 ha avuto inizio la storia del nuovo Monastero S. Chiara, in Valle Camonica, con cinque "fondatrici" partite da Lovere. Un altro capitolo della storia di questi ultimi anni riguarda la ristrutturazione dell'edificio del monastero. Dopo qualche anno di discernimento, si arrivò alla decisione di rinnovare il monastero, vendendo anche, a questo scopo, tutta l’ala dov'erano i locali del noviziato e la casa del cappellano. Dal 1973 al 1975 la comunità si trasferì a Darfo (Bs), in un grande convento messo a disposizione dalle suore Figlie del S. Cuore di Gesù.
La nuova cappella, dedicata all'Immacolata, fu consacrata dal Vescovo ausiliare Mons. Pietro Gazzoli il 6 dicembre 1975. L'attuale Chiesa è stata successivamente decorata con le artistiche vetrate e la Via crucis di fra Costantino Ruggeri.
Nella Chiesa di oggi, la vita delle figlie di S. Chiara d'Assisi si pone ancora, in umiltà e letizia, come un piccolo grande segno della misericordia di Dio verso l'umanità, nel ripercorrere la storia del nostro monastero rimangono come motivi di gratitudine e di lode al Signore: il desiderio di rispondere alla chiamata alla santità, la bellezza dell'umile vita quotidiana fra sorelle povere e, sopra ogni cosa, la serena luce del Vangelo del Signore Gesù.
Al nostro fare memoria oggi si aggiunge anche la festa per il 25° di professione di due di noi, che proprio nella solennità di Cristo Re hanno professato la Forma di Vita di Santa Chiara, 25 anni fa… Il nostro incontro è un dono e segno della Chiesa-Sposa che si manifesta nella sua varietà e bellezza, per ringraziare il Signore Gesù, Re immortale dei secoli e Signore dell’Universo.
Sr. Chiara Alba Mastrorilli
20 Novembre 2016
venerdì 6 luglio 2018
Il "Manzo alla moda di Lovere" da un'antica ricetta del '700 viene riscoperto un piatto loverese
A Lovere, verso la fine del XVIII sec. si serviva un piatto a base di manzo, cipolla e sidro con contorno di polenta.
Ne parla anche Gabriele Rosa nella sua “La storia sul bacino del lago d’Iseo”(1892).
Il "Manzo alla moda di Lovere" si può assaggiare alla "Sagra dei sapori di ottobre" che si svolge tutti gli anni, appunto, nei primi giorni del mese di ottobre presso i Giardini Fanti d'Italia.
Ne parla anche Gabriele Rosa nella sua “La storia sul bacino del lago d’Iseo”(1892).
Il "Manzo alla moda di Lovere" si può assaggiare alla "Sagra dei sapori di ottobre" che si svolge tutti gli anni, appunto, nei primi giorni del mese di ottobre presso i Giardini Fanti d'Italia.
Riscopritore della ricetta Beppe Speranza 81enne sempre presente a dare manforte presso la cucina della Sagra. La manifestazione è promossa dalla Pro Loco di Lovere. Per informazioni: tel. 331 6783153 – nuovaprolocolovere@gmail.com
Il taglio di carne utilizzato è il cappello di prete che viene tagliato a bocconcini, passato leggermente nella farina bianca e messo a rosolare in olio extravergine di oliva e poco burro. Subito dopo è tempo di aggiungere la birra, e fare cuocere a fuoco basso per 1 ora. In un’altra padella viene scottata la cipolla, per evitare che la più lunga cottura necessaria alla carne la disintegri totalmente. Infine, si unisce il tutto e si fa cuocere ancora per 15 – 20 minuti. In ultimo si può aggiungere un poco di sidro oppure di vino bianco. ...e si accompagna con della polenta fumante.
giovedì 5 luglio 2018
Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, rimozione rifiuti area lamette secondo intervento
Lo scorso 16 giugno è stato realizzato un primo intervento di pulizia dell’area delle Lamette, zona di confine tra riserva naturale delle torbiere del Sebino e il lago d’Iseo, coordinato dall’ente gestore della riserva in collaborazione con il Gruppo Sub Iseo, l’autorità di bacino del lago d’Iseo e il Comune di Iseo.
Sebbene la raccolta di rifiuti abbandonati non sia di competenza specifica dell’ente, l’evidenza del problema e la delicatezza dell’area hanno imposto un coordinamento in capo alla Riserva al fine di rimuovere i rifiuti pericolosi per la vita della fauna selvatica.
Per aumentare l’efficacia dell’intervento, reso difficile dalle acque basse e fangose, è stato richiesta anche la collaborazione dell’A.T.L.S. Associazione Sportiva Tempo Libero e Sport Lago D’iseo, in quando l’associazione dispone di piccoli natanti a fondo piatto adatti ad operare anche in acque basse.
Si è scelta dunque una seconda data il prossimo sabato mattina 14 luglio durante la quale si proseguirà con le operazioni sempre coadiuvati dal battello “raccogli alghe” dell’autorità di bacino del lago e da un mezzo anfibio fornito da una ditta specializzata del settore.
Da qui in avanti in ogni caso l’intenzione dei diversi enti è di programmare una serie di interventi periodici da effettuare tutti gli anni in modo da evitare l’accumulo dei rifiuti trasportati dalle correnti del lago.
Ricordiamo comunque che l'ingresso dell'area delle lamette è VIETATO poiché è molto importante minimizzare il disturbo, vista l'importanza che il luogo riveste per la nidificazione di specie di uccelli protetti dalla direttiva habitat, quali ad esempio il Falco di palude o l'Airone rosso, non era quindi consigliato effettuare pulizie durante i mesi di Marzo, Aprile e Maggio.
Cosi la presidente Soncini:
"E’ per noi importante tutelare la Riserva e nonostante non fosse una nostra competenza specifica ci siamo resi disponibili fin da subito nel coordinamento delle azioni necessarie. Ricordo a tutti i cittadini che gettare un rifiuto in montagna, sulle sponde del fiume Oglio o nel lago d’Iseo significa poi ritrovarli sul fondo o galleggianti proprio nella zona più a sud dello stesso. Qui i rifiuti non biodegradabili possono rimanere per lunghi periodi danneggiando un ambiente unico. E’ importante attuare, partendo dalle scuole, specifici programmi di educazione ambientale che rendano i cittadini di domani sempre più consapevoli della necessità di attuare comportamenti attenti alla tutela dell’ambiente”.
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lamette,
Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino
martedì 3 luglio 2018
MONTE ISOLA Bando per la realizzazione di 15 affreschi su pannelli in mostra permanentemente in località Carzano
BANDO PER ARTISTI in grado di realizzare affreschi sulla muratura di recinzione di una villa liberty posta in riva al lago in località Carzano.
Verranno comunicati i temi dell'opera da realizzare in bozzetto che verrà poi selezionata da una giuria.
Condizioni economiche: agli artisti verrà garantito il mantenimento in sito dell'opera realizzata e riceveranno un omaggio a base di prodotti tipici locali.
PER INFORMAZIONI: UFF. TECNICO TEL. 0309825226 INT.1
COSTA VOLPINO MUSEO DELLE ARTI LEGGERE La Collezione Sanmarco Previdenze
La Collezione Sanmarco Previdenze
(MUSEO DELLE ARTI LEGGERE)
A Costa Volpino straordinaria e prestigiosa collezione di vignette originali , illustrazioni ed opere minori che ripercorrono oltre due secoli di storia della satira e del disegno "leggero", messi a disposizione di appassionati e studiosi da Maurizio Maluta, vignettista e collezionista per passione, assicuratore per forza, ne ha collezionate più di 300 e, riguardandola dice "è come se ripercorressi la mia vita. Una volta era difficile dedicarmi alla mia passione a causa del poco tempo a disposizione, oggi, grazie a mio figlio, per fortuna riesco a ritagliare più spazio per me stesso" Ha collaborato con diverse riviste, tra cui "Il Candido" di Giovannino Guareschi.
PARATICO quì la Madonna appare da quasi 30 anni
Apparizioni Mariane sul #Sebino. Sì, apparizioni della Madonna. Forse non tutti sanno che la Madonna appare a Paratico da quasi 30 anni. E forse qualcuno che leggerà potrà fornirci la sua testimonianza diretta. Il veggente si chiama Marco Ferrari, nel video l'apparizione del 2016....
Ogni quarta domenica del mese la Vergine Santissima posa i Suoi piedi per richiamare i Suoi figli a tornare a Dio. La recita della preghiera, solitamente seguita dalla processione, inizia alle ore 14.
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