« Signori miei, son stato in Valcamonica
per consultare le streghe di quel loco
se mi saprebbon di Turpin la cronica
mostrar per forza d'incantato foco;
una vecchiarda in volto malinconica
rispose allor con un vocione roco:
-Gnaffe, che sì tu lo vedrai di botto;
entra qui tosto meco e non far motto »
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(Teofilo Folengo, Orlandino, I, stanza 12)
« (...) in alcune parti della Lombardia e soprattutto in quei luoghi in cui detto Giorgio[22] svolgeva il ruolo di inquisitore, furono trovate molte persone di ambo i sessi che, dimentiche della propria salvezza e allontanandosi dalla fede cattolica, avevano formato una setta, rinnegato la fede abbracciata con il sacro battesimo, calpestato la santa croce con i piedi e perpetrato su di essa atti ignominiosi. Avevano poi abusato dei sacramenti e soprattutto dell'Eucarestia, eletto il diavolo come loro signore e protettore, prestandogli obbedienza e venerandolo; con i loro incantesimi, formule magiche, sortilègi ed altri nefandi atti superstiziosi avevano in molte maniere danneggiato le bestie e i frutti della terra. » |
(Adriano VI, Dudum, uti obis, breve del 10 luglio 1523[23]) |
« (...) in Pisogne e in Edolo furono abbruciate nel 1510 sessanta streghe e alcuni stregoni che assaltavano huomini, donne, animali, seccavano prati, herbe, etc coi loro incantesimi. Quando furono menati al fuoco, dicevano che non lo temevano, che avrebbero fatto miracolo, loro era apparso il diavolo. Assurde accuse, ma allora i più le credevano ond’è a lodarsi la prudenza del governo di Venezia in tali occasioni (...) il vescovo Zane d’altra parte avuto eccitamenti dalla Valle Camonica, v’andò con un domenicano e predicatori e fece abbruciare alcune streghe ad Edolo. » |
(Cocchetti, Brescia e sua provincia, tratto dalla Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto, 1859) |
« In Valcamonica et etiam qui a Bressa et per tutto lo mondo è sparsa questa triste eresia et abnegazione del Signore Dio e dei Santi. Et sono già stati brusati in Valcamonica in quattro luoghi circa 64 persone, maschi et femmine, at altrettanti e più ne sono in presone (...) et ne sono circa 5000, cosa inestimabile (...) » |
(Marin Sanudo, Diarii, Tomo XXV, pg 586, Venezia 1536[24]) |
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Servizio di Milla Prandelli