Monaco Baviera Tours |
@MunichTravelG |
#Travelblogger e #GuidaTuristica #Freelance a #MonacodiBaviera |
Monaco di Baviera · http://www.monaco-baviera.it |
Pagine
- HOME PAGE
- ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER! JOIN US!
- Contattaci!!
- Paratico L`antica torre scrigno della storia «hi-tech», la quadrisfera
- Parco GOLA del TINAZZO - CASTRO (BG)
- I SENTIERI di PREDORE (BG)
- ITINERARI STORICO ARTISTICI
- L'ANTICA PIEVE DI SAN BARTOLOMEO A BORNATO
- LA NAVIGAZIONE DEL LAGO D'ISEO 2018
- SEBINO, DUE PROVINCE SUL LAGO DELLE DELIZIE
- IL METEO ANIMATO IN TEMPO REALE, SCEGLI LA TUA REGIONE
- TREKKING A MONTISOLA: TUTTE LE MERAVIGLIE DELLA PERLA DEL LAGO D'ISEO
- LE TORBIERE DEL SEBINO, FASCINO CALMO
- MERCATI & MERCATINI, KM ZERO, ANTIQUARIATO, VINTAGE, ARTIGIANATO....
- LE PIRAMIDI di ZONE
- IL BOSCO DEGLI GNOMI a ZONE
- Informativa sui cookie secondo la normativa europea
- SOLTO COLLINA : RISERVA NATURALE "VALLE DEL FREDDO"
- PINACOTECA GIANNI BELLINI Sarnico (BG)
- ISEO La Collezione Civica, una raccolta di memorie e testimonianze da visitare!
martedì 30 dicembre 2014
A new Twitter follower for our magazine Welcome "Monaco Baviera Tours" !!
lunedì 29 dicembre 2014
PADERNO FRANCIACORTA dice sì ai «botti» per San Silvestro e Capodanno
L’Amministrazione del Comune franciacortino, nei giorni scorsi, ha emesso un’ordinanza in deroga che consente l’uso di fuochi d’artificio sul proprio territorio.
La deroga ordina la sospensione su tutto il territorio comunale del divieto di accensione di fuochi d'artificio liberi.
Le bollicine nostrane (Franciacorta) superano lo champagne
170 milioni di brindisi saranno tricolori, il derby si chiude a favore delle bollicine italiane +24 contro i +7 dello champagne
In Cina consumo raddoppiato.
Le bollicine italiane non conoscono crisi: nel 2014 export + 24% sul 2013, con record storico di 350 milioni di bottiglie italiane consumate all'estero, secondo stime Coldiretti. Con Regno Unito che scavalca gli USA e diventa primo mercato
PROVAGLIO D'ISEO cercasi volontari per la grande festa in piazza di fine anno
A.A.A. Cercasi volontari per dare una mano alla festa in piazza per l'ultimo dell'anno a Provaglio d'Iseo... Se non sapete cosa fare... e avete voglia di divertirvi mettendovi a disposizione degli altri... c'è posto per tutti... Musica... vin brulé... kisuli'... e il piacere di stare insieme...
Per ulteriori dettagli e adesioni contattate il Comune di Provaglio d'Iseo - via Europa 5 tel. 030 9291011 -
Per ulteriori dettagli e adesioni contattate il Comune di Provaglio d'Iseo - via Europa 5 tel. 030 9291011 -
sabato 27 dicembre 2014
Clusane. Impegno della Regione alla realizzazione dell'incubatoio ittico
Il dispositivo promosso dell’Assessore al Turismo, Commercio e Terziario, Mauro Parolini, sollecita il governo regionale a individuare nel bilancio i fondi necessari a coprire il costo residuale dell’opera.
Accolto Odg Nuovo Centro Destra per trovare tutti i fondi necessari. Parolini: "intervento che tutela pesca professionale e rafforza attrattività lago"
La realizzazione dell’incubatoio ittico sul lago d’Iseo, in Località Clusane, incassa l’impegno di Regione Lombardia. Il Consiglio Regionale ha infatti approvato stamane un emendamento al Bilancio di Previsione 2015-2017 che prevede lo stanziamento di 100.000 euro destinati al finanziamento della costruzione dell’opera. Durante la sessione di bilancio è stato inoltre votato all’unanimità un ulteriore Ordine del Giorno a firma Nuovo Centro Destra, che impegna la Giunta a trovare le risorse rimanenti per il completamento dell'intervento. Il dispositivo promosso dell’Assessore al Turismo, Commercio e Terziario, Mauro Parolini, sollecita quindi il governo regionale a individuare nel bilancio i fondi necessari a coprire il costo residuale dell’opera a carico della Regione per 230.000 euro complessivi. In una nota Parolini ha sottolineato “l’importanza che tale intervento ricopre per l’equilibrio ecosistemico e per quello tra il pescato e il necessario ripopolamento ittico dei laghi”. “La realizzazione di questo impianto ittiogenico – ha concluso Parolini – avrà inoltre ripercussioni positive sull’attrattività e il tessuto produttivo del Lago d’Iseo e dell’area turistica del Sebino, in quanto la tutela della pesca professionale che ne deriva è un elemento strategico strettamente legato alla cultura gastronomica del territorio, che qualifica la ristorazione locale, il turismo e il mercato alimentare".
Si tratta di una risorsa strategica per l‘economia del lago e che consentirà agli oltre trenta pescatori professionisti di continuare un’attività non solo tradizionale, ma virtuosa e importante per lo stesso ecosistema del lago che serve anche ad alimentare l’indotto turistico e gastronomico dell’intera zona.
Va ricordato che l’incubatoio non è solo allevamento di pesci e ripopolamento del lago, ma serve anche per l’attività di conservazione e lavorazione del pescato. La Regione finanzierà l’incubatoio con un soldi mancanti per un totale di 100 mila euro”.
martedì 23 dicembre 2014
Nella chiesetta romanica di SAN GLISENTE A BERZO si rinnova la magia del solstizio
Caro Enzo
stamattina alle 8,12 con gruppo del Cai di Esine abbiamo osservato con successo il solstizio d'inverno nella cripta romanica di San Glisente.
Ti allego le foto.
Un abbraccio
Gaudenzio
stamattina alle 8,12 con gruppo del Cai di Esine abbiamo osservato con successo il solstizio d'inverno nella cripta romanica di San Glisente.
Ti allego le foto.
Un abbraccio
Gaudenzio
Non c’è più dubbio. La chiesetta romanica posta in vetta al monte San Glisente di Berzo Inferiore è orientata secondo lo spazio ed i ritmi naturali del cosmo. Nel giorno del solstizio d’inverno un raggio di luce ha trafitto la piccola finestra posta sopra l’altare illuminando la volta della cripta. Una magia che si ripete da secoli ogni 21 dicembre. A fotografarla per la prima volta sono stati i Lupi di San Gliesente guidati dallo studioso Gaudenzio Ragazzi. Il gruppo di volontari (302 iscritti, presidente Edoardo Marioli) si dedica da anni alla manutenzione dei sentieri della Valgrigna e gestisce i bivacchi Baita del Giaol, Marino Bassi in Val di Frà, e il Lupi di San Glisente al Fop de Casì, ma da alcuni anni ha avviato un percorso di ricerca storicoculturale sul monte in cui nel 796 morì l’eremita, il frate Umiliato Glisente. Diciannove volontari esinesi guidati dal vicepresidente Devis Mazzoli, da Gian Mario Stofler e dallo studioso Gaudenzio Ragazzi sono partiti dal centro di Esine alle 5 di mattina; hanno raggiunto a bordo di un fuoristrada la località Vacaret; quindi a piedi si sono recati fino alla sommità del monte, ed hanno atteso il sorgere del sole. «Il cielo era terso ed abbiamo potuto godere dell’incomparabile scorcio delle Alpi, fino al Monte Bianco - confida Gian Mario Stofler-. Ma la sorpresa è arrivata al sorgere del sole, quando la grotta si è illuminata di luce abbagliante. È stato uno spettacolo emozionante». L’obiettivo della spedizione era verificare la tesi secondo la quale gli spazi del piccolo tempio fossero direttamente collegati- gli astronomi direbbero orientati - secondo lo spazio e dai ritmi naturali del cosmo. « Abbiamo appurato spiega Gaudenzio Ragazzi che la posizione delle due monofore, quella della finestra alle spalle dell’altare e l’orientamento delle quattro colonne non segue canoni o regole meramente estetici, ma una geometria precisa, per mezzo della quale l’uomo, consapevole o meno, viene messo in condizione di incontrare materialmente l’infinito, l’assoluto ,Dio. La conferma è arrivata al sorgere del Sole, nel giorno del solstizio d’inverno». «Questo conferma ulteriormente la nostra teoria conclude lo studioso Gaudenzio Ragazzi-:il principio che ha guidato la costruzione della cripta e dell’edificio superiore era quello di edificare un luogo sacro in armonia con l’universo, cioè orientato secondo il cielo». Ora si procederà a verificare l’orientamento ed il collegamento esistente con altri due templi camuni: le chiese di San Fermo a Borno , e Santa Cristina a Lozio.
(GdB 23.12.14)
venerdì 19 dicembre 2014
San Pellegrino Terme apre un percorso termale all'avanguardia a pochi chilometri dal lago d'Iseo
«A forza di guardare il cielo e di respirare l’aria della notte, mi pareva di riempirmi di stelle».Tiziano Terzani
Solo un'ora per raggiungerle dal lago d'Iseo, una nuova opportunità per l'offerta turistica del territorio. Le nuove terme sono frutto di un sapiente mix di vecchio e nuovo, di funzioni ridisegnate e di spazi moderni all’avanguardia. Definito «Un monumento all’acqua» dagli architetti di De8 Studio, che hanno curato la progettazione.
Quattromila metri quadri di superficie coperta, altri 5.000 di spazi esterni, 15 vasche a differenti temperature, 5 tipologie di saune, 3 di bagni vapore, stanze del ghiaccio e del sale, una zona massaggi e un’altra relax. Un lavoro che si muove tra similitudini e contrasti, tra impianti hi-tech e tecniche di puro artigianato. Il risultato è davvero tutto da vedere: una struttura moderna ma nel contempo capace di legare San Pellegrino ai fasti del suo passato, quello termale. Quì informazioni, orari e tariffe online !
giovedì 18 dicembre 2014
Preparatevi, è in arrivo il gelo con il ciclone Ivan il Terribile!!
Fino a pochi giorni fa sembrava che l’alta pressione di Natale che in queste ore sta conquistando l’Italia potesse durare almeno fino alla fine dell’anno e invece la situazione potrebbe cambiare.
Alcuni modelli meteorologici intravedono subito dopo Natale un indebolimento del Vortice Polare che permetterebbe all’alta pressione delle Azzorre, impossibilitata fino adesso a di visitare il Polo Nord, di espandersi verso latitudini settentrionali. In questo modo dal Polo Nord si staccherebbe un nocciolo di aria artica che ben presto giungerebbe in Europa e quindi in Italia. Il terribile Ivan (questo il nome del ciclone freddo polare) nel suo avvicinarsi all’Italia richiamerebbe venti gelidi sia da Nord che da Nordest.
Questa bassa pressione porterebbe pioggia diffusa e anche neve fino a quote bassissime, se non in pianura su alcune regioni italiane. Calo repentino delle temperature che andrebbero sotto la media stagionale di parecchi gradi. Questa è una tendenza, non una certezza. Nei prossimi giorni eventuali sviluppi.
Fonte: ilMeteo.it
martedì 16 dicembre 2014
PARATICO, nascerà il parco dei Tassoidi
A Paratico, dopo 20 anni, sono iniziati nei giorni scorsi i lavori per la riqualificazione del parco Tassodi, la pregiata area verde dove alla fine del 1800 erano state messe a dimora centinaia di piante acquatiche. Da quando era passata al Comune, nel maggio di quest’anno, l’area è stata sotto controllo di esperti che hanno elaborato un piano di recupero in chiave paesaggistica e turistica. La prima fase è ora in corso con i lavori per la pulizia della parte esterna, la cosiddetta cintura del bosco Taxodium, un’area di oltre 11 mila metri quadri. È l’intervento più urgente che consente di eliminare rovi, sterpaglie e rifiuti accumulati nel sottobosco in questi vent’anni in cui i privati non hanno mai fatto alcun tipo di manutenzione. L’intero progetto consentirà di restituire splendore a questo parco,un vero e proprio orgoglio per la comunità di Paratico. Per ora, quindi, si tratta solo di eliminare sterpaglie e piante rotte certo, ma si parla di piante alte anche di grosso fusto e i lavori dureranno una decina di giorni e peseranno sulle casse comunali per circa 14mila euro. A questi si aggiungeranno poi altri 12mila euro che serviranno a finanziare la fase successiva del progetto: taglio e potatura del sottobosco,da effettuarsi in pieno inverno per non disturbare la fauna che si è insediata nell’area dei Tassodi. Le operazioni specifiche sugli esemplari di Taxodium saranno concordate in stretta collaborazione con il parco dell’Oglio Nord.
sabato 13 dicembre 2014
SALE MARASINO: scritte e graffiti sulla croce alla Punta Almana
Da molti è stata definita la solita lurida mania di coglioni quella di insozzare monumenti o muri o altri simboli del territorio quasi come per marcare il territorio, come fanno i cani e altri animali, e anche a Sale Marasino pare sia diventata una sporca abitudine quella di recarsi alla Punta Almana e lasciarci un segno e così la grande croce di ferro che dall’alto del crinale salese si affaccia sul lago, è stata scambiata per una lavagna e riempita di scritte di vario genere, fatte con pennarelli. Segni frutto di gesti poco rispettosi che richiederanno un’altra volta l’impegno dei volontari del Gruppo amici della montagna salese (che sono un po’ i custodi del monumento), costretti ad armarsi di stracci e diluenti e salire ai 1.390 metri del monumento per ripulirlo. L’ultimo episodio si è verificato nello scorso fine settimana, ma la croce della Punta Almana era già stata oggetto di episodi vandalici nel maggio di quest’anno e del 2013. Anche in quei casi qualcuno aveva lavorato lasciato la sua firma «griffato» la croce da cima a fondo. Ora si spera che imbrattare la croce non diventi una moda, e dunque è pressante l’invito di non sporcare questo simbolo ricordando anche che chi vuol scrivere i suoi pensieri lo può fare utilizzando il quaderno che si trova in un cassetto sotto l’altare, conservando dignitosamente la croce contando dunque sull’educazione degli escursionisti. La croce della Punta era stata eretta 33 anni fa e oggi rappresenta un riferimento per gli appassionati che raggiungono la cima dalla Forcella di Sale, da Gardone Valtrompia o da Sulzano ed è particolarmente visitata due volte all’anno: l’ultima settimana di maggio, in occasione della Festa della montagna salese, e il 19 agosto, per la fiaccolata notturna in memoria di don Angelo Boldini.
PILZONE d'ISEO: programmati lavori contro allagamenti
A Pilzone di Iseo il nubifragio che in estate aveva allagato le case di via Fenice, invadendo d’acqua e fango taverne e scantinati, aveva evidenziato un problema con cui i residenti convivono da anni. Lo scorso luglio il problema era stato acuito dall’esondazione della valle Tavarelle, ma i problemi di deflusso verso il lago si verificano ogni volta che l’intensità delle piogge si fa sostenuta. Nei sopralluoghi dei tecnici del Comune è emersa la necessità di sostituire un tubo troppo piccolo per le portate richieste dai volumi di acqua che si convogliano sotto la via, collegando quello nuovo con le due pompe che si trovano ai lati di una abitazione affacciata sulla provinciale. Allo stesso modo dovrebbe essere cambiato anche il tubo che attraversa strada e pista ciclabile e porta l’acqua nel lago. La risoluzione dei problemi di via Fenice sono però collegati ai lavori di ampliamento della pista ciclabile del Sebino, che nel tratto della frazione di Iseo verrà realizzata per circa mezzo chilometro, partendo dal confine di Sulzano per raggiungere proprio il tratto di pista di via Fenice, che dal passaggio a livello di via Papa Giovanni raggiunge Covelo. Per l’opera, la cui progettazione è in carico alla Comunità Montana, sono stati messi a bilancio 171 mila euro, che figurano nel Piano triennale delle opere pubbliche dell’en- te sovracomunale. Nel momento della costruzione della pista per le due ruote è previsto l’ammodernamento di alcuni «sottoservizi», tra cui proprio quelli ormai inefficienti di via Fenice e dunque si devono attendere i lavori per la pista prima di procedere a quelli sulla valletta.
SEBINO: sette milioni di euro per la Navigazione sul lago d’Iseo
Sono stati messi a bilancio circa sette milioni di euro per la navigazione sul lago d’Iseo. A stanziarli è la giunta regionale che, con una delibera, ha approvato lo schema di «Convenzione per lo svolgimento dei servizi di navigazione pubblica di linea sul lago d’Iseo, il conferimento delle risorse funzionali, la condivisione di un quadro programmatico dei relativi investimenti e il finanziamento degli interventi di ammodernamento e rinnovo della flotta regionale». In particolare per il contributo d’esercizio vengono stanziati quasi 2,2 milioni di euro annui, a partire dal 2015, sul capitolo «Contributi per lo svolgimento dei servizi lacuali di trasporto pubblico di persone svolto sul sul capitolo «Ammodernamento della flotta di navigazione pubblica di linea regionale». La delibera sottolinea anche la necessità di «disciplinare con un nuovo atto» la convenzione risalente al 2002 tra Regione e Consorzio dei laghi d’Iseo, Endine e Moro, visto che nel frattempo è arrivata una nuova legge sul sistema tariffario integrato regionale. La convenzione, da stipulare con l’Autorità di Bacino, prevede il conferimento a quest’ultima del diritto d’uso delle unità della flotta regionale e delle strutture demaniali strumentali all’esercizio della navigazione pubblica di linea e il periodico aggiornamento degli elenchi dei beni conferiti. Inoltre l’Autorità deve impegnarsi per l’attuazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e anche per il rinnovo delle unità della flotta e delle strutture demaniali, definendo azioni, responsabilità e tempi certi per la realizzazione e il completamento degli interventi. Il documento da stipulare, nelle intenzioni della Regione, è funzionale alla programmazione di un quadro complessivo di interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e della qualità del servizio di trasporto pubblico locale su acqua erogato sul lago d’Iseo. Per gli interventi di manutenzione straordinaria per il biennio 2014/2015 vengono previsti 1,2 milioni di euro: 460mila sul bilancio 2014 e 740mila sul bilancio 2015. Infine, l’acquisto di due nuove unità di navigazione, con avvio della progettazione nel 2014 e realizzazione nel 2015, è finanziato con 3,8 milioni di euro. (fonte: radiovallecamonica.it) |
domenica 7 dicembre 2014
PARATICO, storia della devozione alla Madona dei Pomm
credits Imitatori Poli Bruno, storico
In documento importantissimo recuperato presso l'Archivio Diocesano di Bergamo - per la prima volta in assoluto viene spiegato in modo chiaro il motivo della devozione che gli abitanti di Paratico hanno per la Chiesetta e la Santa Immagine venerata. La presente ricerca è stata da me (n.d.r. Imitatori Poli Bruno) consegnata tre anni fa a chi di competenza, ma non conosco il motivo della mancata diffusione. " RELAZIONE COMPILATA IN PARATICO IL 10 GIUGNO 1781 da DON BARTOLOMEO LENZI - Parroco di Paratico - ( territorio bresciano - diocesi bergamasca )
A SUA ECCELLENZA MONS. GIAN PAOLO DOLFIN -- VESCOVO -- di Bergamo ---------
In questa Parochia vi sono tre Oratori.---- Il primo è dedicato a S. Pietro principe delli Apostoli; della fondazione del medemo, non si trova documento veruno. Vogliono alcuni che anticamente fosse la parochia; ma essendo incomoda alli abitanti, si sia trasportata al luogo dove si trova al presente; è ben vero che vi era un piccolo santello, dove vi era un'immagine della Beata Vergine, la quale essendo MIRACOLOSA TRAHEVA MOLTI DEVOTI, e da pochi anni la capellina fu distrutta e FABRICATA LA CHIESA dove fu COLLOCATA L' EFFIGE della BEATA VERGINE DIPINTA A FRESCO SUL MURO, et ora si chiama LA BEATA VERGINE DELLL'OLIO, o sia più communemente la MADONNA di S: PIETRO: Ha tre altari; il primo maggiore dedicato a S. Pietro, il secondo a cornu evangeli dedicato a Nostro Signore Crocefisso, il terzo dedicato a S. Lucia vergine e martire, ha la sagrestia fornita delle supellettili bastatamente. Detto oratorio possiede alcuni capitali che servono per mantenimento di detto oratorio, del quale di darà da reggenti di esso oratorio l'inventario. Mi vien asserito da qualche persona, che dei suddetti capitali ne siano consumati alcuni nell'occasione della moderna fabrica di detta chiesa da deputati di detta chiesa, eletti con condizione di non rendere conto a niuno. Se ciò si vero io nol so perchè in questo paese , non posso credere, che il Simbolo delli Apostoli, vien governato dalla communità, dove creano li reggenti di quello, mentre dovrebbero crarli in sagristia. Vi sono attorno alcune stanze, dove abita un eremita alla custodia del suddetto oratorio. Anticamente si celebrava ne' giorni festivi da un sacerdote BONI, di cui non so il nome, e poscia morto quel sacerdote, non si è celebrata messa, se non se pochi giorni in occasione d'infermi ecc. non essendovi titolo veruno, che di una messa sola all'anno. Al presente si è ripigliata la celebrazione della Messa e da Reggenti si accordano li Capellani della sudetta Messa festiva, senza saputa del paroco, con condizione, che si celebri detta messa subito dopo la prima messa della parochia et in quella fanno la cerca della limosina, senza licenza del paroco, e la celebrano quasi a mezza mattina molte volte e vogliono fare a modo loro. L'oratorio sudetto è lontano un quarto di miglio dalla parochia, sicchè nel incontro di questo viaggio , mi vien riferito, che SI FANNO DELLI AMOREGGIAMENTI ma quel che è di fatto la sudetta messa distrugge l'unità del popolo, il quale udita tal messa, non più si porta alla parochia ad udire la Parola di Dio; come segue anco l'oratorio di S. Carlo che descriverò qui sotto. S. Pietro inoltre fa le sue consuete cerche per la terra, e questa è una voragine, quale, ( come ho detto delle Qurant'ore ) assorbe le limosine di questo povero popolo, sicchè frattanto la chiesa parochiale resta lacera e nuda ".
---- QUESTA E' LA RELAZIUONE INTEGRALE DEL PARROCO LENZI ---------- QUALCHE BREVE NOTA --
ORATORIO era una chiesetta dove le confraternite sia maschili o femminili si radunavano per pregare, e non ha giocare a tombola o al pallone.-- MADONNA DELL'OLLIO- in seguito Madonna de Sampeder, una venerazione secolare. -- La Madonna de Sampeder da tempi antichi viene invocata dai paraticesi in caso di malattie, disgrazie, dagli emigranti lontani dalle loro case, durante le varie guerre dei secoli scorsi ed a protezione delle famiglie ---- Nelle persone attempate è in uso la richiesta di aiuto o protezione ricorrendo alla " Madonna de Sampeder " anche durante la giornata-- Con la proclamazione di fede del dogma della " Beatissima Vergine Immacolata " da papa Pio IX l'8 dicembre 1854, ed a seguito dell'enciclica diocesana emessa il 13 aprile 1855 da Mons. Speranza, vescovo di Bergamo, la comunità di Paratico iniziò a festeggiare l'8 dicemvre " La Madonna dei Pòm " che NON HA NIENTE A CHE VEDERE CON LA " MADONNA de SAMPEDER "--- Le due festività vanno bene separate in quanto la " Madonna dei Pòm " è rappresentata dalla statua" dell'Immacolata " posta nella nicchia a sinistra dell'ingresso della chiesa, mentre la " Madonna de Sampeder " o " Madonna dell'Ollio " è l'effige della BEATA VERGINE 8 MIRACOLOSA ) dipinta a fresco sul muro sopra l'altare maggiore che veniva onorata il 29 giugno nella ricorrenza della festività di S. PIETRO. --- Don Bartolomeo Lenzi fu parroco di Paratico dal 1764 al 1789.--- Relazione: era consuetudine che i parroci comunicassero al vescovo la situazione morale ed patrimoniale delle parrocchie dove esercitavano il loro ministero. -- L'appartenenza di Paratico alla diocesi di Brescia è documentata da una pergamena del 946 dove risulta che " IN VICOLO ET FUNDO PARIADICA IN COMITATU BRIXIENSE ":--- L'Aggregazione di Paratico alla diocesi di Bergamo, dalla consultazione di vari documenti e tesi argomentate da vari studiosi, dovrebbe essere avvenuta nel 1273 per decisione di Papa Gregorio X.--- Dell'oratorio di S.Pietro dicono anticamente fosse la parrocchia di Paratico: Nella visita apostolica effettuata a Paratico da S. Carlo Borromeo il 18 settembre 1575 interrogato il parroco di Paratico Don Cristoforo Bruni sull'oratorio di S. Petro riferisce che anticamente era la parrocchiale del paese, ma per la comodità del popolo ( nonha saputo specificare l'anno ) fu trasferita nella chiesa di S. Maria, attuale chiesa Parrocchiale.-- Un picccolo santello: Vedi la descrizione del parroco che è importantissima.---- Beata Vergine dell'Ollio: Presumo che il toponimo dell'Ollio sia stato dato per la vicinanza al fiume " Ogliuo ".-- Cornu Evangeli: Lato sinistro dell'altare .--- Viene governata dalla Communità: Durante la dominazione veneta sui nostri territori ( dal 1428 al 1797 ) i beni della chiesa venivano amministrati da un laico chiamato " MASSARO ",---- L'oratorio è lontano un quarto di migllio dalla parrocchia: distava precisamente mt. 446, 25 ( 1 miglio equivale a mt. 1785 ). La strada era quella che attualmente è denominata via Fontane. In quel periodoi la via S. Pietro attuale non era ancora costruita.--- S: Pietro fa le sue consuete cerche: Questue.---- La DATA INCISA SUL MURO DELL?EFFIGE MIRACOLOSA NELLA PARTE POSTERIORE è : MDCCLXIII = all'anno 1763. -- Questo è una parte della visita pastorale.----
mercoledì 26 novembre 2014
SARNICO Villa Luigi Faccanoni detta Surre
Epoca: 1912
Luogo: Sarnico
Committente: ing. Luigi Faccanoni (1867-1939)
Progettista: arch. Giuseppe Sommaruga (1867-1917)
Decoratore: Ambrogio Pirovano (1864-1920)
Questa grande villa è collocata sulla strada che da Sarnico conduce a Predore, nella località denominata “Surre”. È costruita in posizione leggermente rialzata, sullo sfondo di una montagna a tratti verde e a tratti rocciosa, e si affaccia maestosa sul lago (fig. 1). Si tratta di una zona di antico insediamento romano come attestano diversi ritrovamenti, tra cui quello in occasione dello scavo delle fondamenta della villa, di tombe, vasi lacrimatori e altri reperti risalenti a tale periodo1.
Fu l’ing. Luigi Faccanoni a commissionarne la costruzione all’arch. Giuseppe Sommaruga2 nell’anno 1912, cosi come è ricordato da una targa decorata in cotto applicata sul fronte della villa3 (fig. 2).
Luigi Faccanoni (Savona, 1867 - Sarnico, 1939) trascorse gli anni dell’infanzia nella città ligure dove il padre Francesco si era trasferito per lavoro portando con sé tutta la famiglia. Qui compì i primi studi che completò nel 1892, quando si laureò in ingegneria al Politecnico di Milano. Iniziò quindi a lavorare con la famiglia, ed in particolare con i fratelli maggiori Pietro e Giuseppe, nell’ambito della costruzione di opere pubbliche, anche di grande portata, in Italia e nell’Impero Austro Ungarico.
Lavorò per molti anni a Vienna dove conobbe la futura moglie, Erminia Lorek, dalla quale ebbe tre figli: Angela, Erminia e Giuseppe.
Oltre ad essere imprenditore si dedicò anche alla politica e ricoprì la carica di sindaco del Comune di Predore dal 1917 al 1920. Seguendo l’esempio di quanto aveva fatto lo zio Antonio a Sarnico,
1 Sarnico, testimonianze e aspetti di ieri e di oggi, a cura di Adriano Vaini, Sarnico (Bg) 1986, p. 75.
2 Per una biografia su Giuseppe Sommaruga si veda la schedatura di Villa Pietro Faccanoni, poi Passeri p. 154.
3 C. PEROGALLI, M.G. SANDRI, V. ZANELLA, Ville della provincia di Bergamo, Milano 1983, p. 330.
commissionò a sue spese la costruzione di un asilo infantile per il paese di Predore che intitolò ai genitori Francesco e Angela Paris4.
La costruzione di questa villa avvenne dopo molti altri lavori, tra cui abitazioni private, edifici pubblici e un mausoleo che lo stesso architetto aveva progettato per diversi membri della famiglia Faccanoni. Questi ultimi, originari di Sarnico, non erano tanto interessati a valorizzare il paese dal punto di vista turistico, piuttosto, aspiravano a dimostrare l’alto status sociale raggiunto e ad ottenere prestigio a livello della comunità d’origine5.
Sebbene nell’importante saggio di Eleonora Bairati e Daniela Riva si dica che non vi è alcun documento grafico riguardante Villa Luigi Faccanoni, né se ne trova traccia nella pubblicistica dell’epoca6, a seguito di una ricerca condotta nell’Archivio Comunale di Sarnico è emerso un documento recante la data 24 giugno 2013 scritto dal Comune di Sarnico alla Prefettura di Bergamo riguardante la decisione di spostare più a lago un tratto di strada che da Sarnico conduce a Predore in seguito alla richiesta avanzata dall’ing. cav. Luigi Faccanoni che, in tale località, stava costruendo la sua villa privata e che quindi voleva fare spazio per posizionare l’entrata di tale villa in un punto più pianeggiante. In allegato a tale documento vi è una piccola planimetria realizzata a inchiostro e acquerello su velina nel quale si mostra la proprietà Luigi Faccanoni, corrispondente al mappale 313, nel quale si scorge la pianta della villa, i viali di accesso e la zona dove andrà collocato il cancello una volta effettuato lo spostamento della strada7.
Oggi è possibile vedere l’ingresso costituito da una grande cancellata in ferro battuto disposta ad esedra che si apre dalla strada e affiancato a sinistra da un piccolo edificio adibito a portineria (fig. 3). Due grandi cancelli carrabili sono alternati con tratti di ringhiere poste su muretti rivestiti a bugnato (fig. 4). La struttura di base, piuttosto lineare, è intrecciata da innumerevoli elementi vegetali come viticci d’uva e dall’usuale motivo a nastro, prediletto dal Sommaruga (fig. 5). Anche in questo caso, come si è visto per le due precedenti ville Faccanoni, l’Architetto realizzò un progetto “globale” occupandosi anche degli elementi decorativi che dovevano andare a completare e arricchire l’edificio.
Attraversato l’ingresso ci si trova di fronte ad un complesso di vaste dimensioni ma dalla volumetria compatta (fig. 6) che si sviluppa su tre piani con l’aggiunta, in posizione angolare, di
4 A. GIORGI, Faccanoni. Note storiche e biografiche sul ceppo di Sarnico sino al 31 dicembre 1994, Predore (Bg) 1994, pp. 106-110.
5 Giuseppe Sommaruga: un protagonista del Liberty italiano, catalogo della mostra tenutasi a Milano 28 Maggio- 30 giugno 1982, testi a cura di Eleonora Bairati e Daniele Riva, Milano 1982, pp. 123-124.
6Ivi, p. 127.
7 Per il riferimento si veda il documento in appendice, doc. 17, pp. 266-267.
una torretta a base quadrata con loggia panoramica dalla quale si può godere pienamente del ambiente circostante (fig. 7).
Sommaruga si trovò, in questo caso, ad affrontare un progetto ex novo, e decise, non si sa se su esplicita richiesta del committente, ma certamente forte della sua autonoma personalità, di proporre qualcosa di diverso rispetto alla sua produzione precedente, rendendo esplicito ciò che era stato scritto su di lui dai critici coevi, ovvero il suo essere un architetto modernista ma ancora legato in maniera costruttiva alla tradizione8.
Villa Luigi Faccanoni richiama certamente ad un vago clima rinascimentale ma è al manierismo che Sommaruga guarda quando progetta la facciata, costituita da una grande varietà di materiali, composti per successive addizioni di parti; così, dal basamento a bugnato rustico interrotto da archi ribassati, davanti al quale è stato aggiunto nel 1926, e quindi non facente parte del disegno originale, il grande porticato-pronao sul quale è posizionata una balconata9 (fig. 8), si stacca con una parte decorata con cementi plastici in altorilievo, e, passando per una fascia in ceramica lavorata a bassorilievo e interrotta da una serie di aperture regolari quadrate (fig. 10), si termina nella gronda a guscio dove sono applicati inserti iridescenti che, su di uno sfondo a mattoncini in cotto, formano disegni geometrici10.
Simili effetti luministici e cromatici sono ravvisabili anche nel seminterrato della villa, al quale è possibile accedere attraverso l’originale grotta artificiale (fig. 9), anch’essa di clima manierista, posizionata nel parco e antistante l’edificio. In questo ambiente, che un tempo ospitava degli acquari, sono presenti delle rocce entro cui sono inseriti degli elementi in ceramica colorata che ricordano vagamente, ma forse casualmente, certe opere del architetto modernista catalano Antonì Gaudì11;12. In tempi successivi, quando già era proprietario Giusi Faccanoni, tale spazio fu adibito a cantina vitivinicola; purtroppo tale progetto imprenditoriale non ebbe seguito ma all’epoca a Villa
8 U. MONNERET DE VILLARD, L’architettura di Giuseppe Sommaruga, prefazione di Ugo Monneret de Villard, Milano 1908.
9 Il liberty a Sarnico, a cura della Biblioteca comunale di Sarnico, testi di Isa De Luca, fotografie e progetto grafico di Giuseppe M. Tobias Faccanoni; collaborazione Pro loco di Sarnico, Sarnico (Bg) 2006, p. 82.
10 D. RIVA, Giuseppe Sommaruga tra tradizione e modernità, in Giuseppe Sommaruga: un protagonista del Liberty italiano, catalogo della mostra tenutasi a Milano 28 Maggio- 30 giugno 1982, testi a cura di Eleonora Bairati e Daniele Riva, Milano 1982, p. 18.
11 Ivi, p. 18.
12 Antoni Gaudi y Cornet (Reus, 1852-Barcellona, 1926). Studiò alla Scuola di Architettura di Barcellona fino al 1878. Elaborò uno stile originale e personalissimo che, sebbene prendeva spunto dal gotico catalano, addirittura anticipò i modi e le linee dell’Art Nouveau. Le sue maggiori opere si trovano a Barcellona come il parco Güell, la casa Battllo, la casa Milà e la Sagrada Familia. Frequentemente decora le sue architetture con numerosi mosaici multicolore che creano giochi di luce e spaziali tanto da far apparire gli edifici come grandi sculture (G. FAHR-BECKER, Art nouveau, Königswinter 2004, p. 398).
Surre venivano prodotte poche ma scelte bottiglie con le uve provenienti dai vitigni autoctoni dalla vicina Val Calepio13.
Notevoli sono gli altorilievi in cemento plastico, a cui si è accennato, che si stagliano sulla facciata della villa: essi rappresentano dei putti che, suddivisi in più gruppi, giocano tra loro sorreggendo festoni di foglie e fiori (fig. 11). Basandosi su un confronto iconografico con opere per le quali esiste una documentazione certa è ipotizzabile che anche questi altorilievi furono realizzati, su disegno di Sommaruga, dallo scultore-artigiano Ambrogio Pirovano che durante la sua carriera collaborò costantemente con l’architetto14.
Ambrogio Pirovano (1864-1920) nacque a Milano da Cesare, abile scultore del legno attivo nell’ambito lombardo della seconda metà del XIX secolo. Nel 1879 si iscrisse alla Scuola di architettura dell’Accademia di Brera che però lasciò nel 1881 decidendo di seguire le orme paterne e dedicandosi quindi allo studio del disegno di figura che aveva intrapreso già dal 1880 sotto la guida di Raffaele Casnedi. Dal 1884 seguì le lezioni alla Scuola di nudo e, dopo aver seguito anche l’insegnamento di storia dell’arte, concluse gli studi nel 1887. Al periodo in accademia si deve probabilmente affiancare la pratica alla disciplina della scultura che il giovane Ambrogio ricevette direttamente dal padre, con il quale, tra l’altro, collaborò per diversi lavori. La sua carriera autonoma, ricca di commissioni che lo videro impegnato nella decorazione di ville, hotel e monumenti funerari, iniziò dalla metà dell’ultimo decennio del XIX secolo. A partire dal 1891 partecipò a tre edizioni dell’Esposizione triennale organizzata dall’Accademia di Brera e nel 1895 venne nominato Socio Onorario della stessa Accademia grazie al suo riconosciuto successo nel campo delle Belle Arti. Sempre nello stesso anno sposò Maria Rigotti dalla quale ebbe tre figli: Ernesto, che diverrà celebre pittore, Giulio e Carla. Nel 1896 eseguì alcuni cementi plastici per la chiesa di Santa Maria al Paradiso, progettata dal fratello Ernesto, anch’egli attivo nel campo artistico: fu infatti uno dei più importanti architetti eclettici del periodo. Il rapporto di Ambrogio Pirovano con Giuseppe Sommaruga ebbe inizio con il cantiere di Palazzo Castiglioni del 1901-1903 dove venne chiamato per eseguire le decorazioni in cemento e successivamente per riempire con un fregio floreale gli spazi lasciati liberi dopo la rimozione delle due scandalose sculture che ritraevano le allegorie della Pace e dell’Industria, nelle vesti di due poco vestite signore, eseguite dallo scultore Ernesto Bazzaro. A Milano eseguì numerosi altri interventi, anche figurando con il nome della ditta
13 Il liberty a Sarnico, a cura della Biblioteca comunale di Sarnico, testi di Isa De Luca, fotografie e progetto grafico di Giuseppe M. Tobias Faccanoni; collaborazione Pro loco di Sarnico, Sarnico (Bg) 2006, p. 84.
14 E. BAIRATI, Sommaruga e le arti applicate, in Giuseppe Sommaruga: un protagonista del Liberty italiano, catalogo della mostra tenutasi a Milano 28 Maggio- 30 giugno 1982, testi a cura di Eleonora Bairati e Daniele Riva, Milano 1982, pp. 28; 33.
‘Pirovano Ambrogio & C.’, specializzata in lavori di decorazione in cemento, stucco, marmi e pietre artificiali. A partire dal 1908 circa fu attivo in Istria e a Trieste dove probabilmente conobbe anche i Faccanoni che nella periferia della città friulana possedevano una grande cava15.
Gli inserti decorativi con putti ricorrono molto frequentemente nelle opere di Giuseppe Sommaruga e si possono osservare, ad esempio, sul frontone del Mausoleo Faccanoni a Sarnico del 1907, anche in questo caso eseguito da Ambrogio Pirovano16.
Restando all’esterno della villa si possono notare alcuni elementi particolari come il voluto contrasto cromatico tra la pietra bianca del rivestimento a bugnato e quella grigia utilizzata per gli architravi e i davanzali delle finestre e per i basamenti e capitelli delle colonne del portico. Insoliti, rispetto alla precedente produzione di Sommaruga, sono anche la lunga balconata, sul lato sinistro dell’ultimo piano, e l’ingresso della parte posteriore, sottolineato da due obelischi, che presenta una passatoia verso il giardino ad imitazione del ponte levatoio di un castello medievale17 (fig. 12).
All’interno della villa il piano terra è destinato ad ambiente di rappresentanza e vi si trovano tre sale di ampie dimensioni illuminate da grandi finestroni. I pavimenti sono in parquet o in piastrelle con motivi colorati. Sul soffitto della sala da pranzo, posizionata sulla destra, si trova una cornice in stucco entro cui è dipinto ad affresco un illusionistico graticcio ricoperto da rigogliose piante di frutti attraverso cui si può scorgere l’azzurro-grigio del cielo (fig. 13). Sempre nello stesso ambiente è possibile vedere una fascia decorativa in stucco piatta lavorata ad intaglio, che è stata ricostruita sul disegno originario durante gli ultimi restauri18: entro uno schema ad andamento alternato lineare e curvo si dispongono rami fioriti, fronde cariche di melograni, grandi foglie dal contorno frastagliato tra cui si scorgono, insolitamente, alcuni animali come ad esempio un aquilotto che si reca al nido per nutrire i propri piccoli, un pavone, un coniglio e un’aragosta (fig. 14).
Sono autentici anche il camino in pietra nera, anch’esso lavorato con effetto ad intaglio, della sala centrale (fig. 15) e i serramenti in legno, ognuno con un disegno differente ma sempre elegante (fig. 17); alcuni di questi sono chiusi da vetri colorati ed arricchiti da disegni a volute dal gusto rocaille.
In posizione centrale rispetto alla pianta dell’edificio è collocato il vano della scala principale che permette di raggiungere i piani superiori dove si susseguono una serie di camere da letto che, nonostante i recenti restauri, conservano i serramenti e le decorazioni originali. La scala non ha
15 Ernesto Pirovano 1901-1972, a cura di Sergio Rebora, con la collaborazione di Carlo Migliavacca, Milano 2001, pp. 19-25.
16 BAIRATI 1982, pp. 28; 127.
17 Giuseppe Sommaruga: un protagonista del Liberty italiano, catalogo della mostra tenutasi a Milano 28 Maggio- 30 giugno 1982, testi a cura di Eleonora Bairati e Daniele Riva, Milano 1982, p. 125.
18 Il liberty a Sarnico, a cura della Biblioteca comunale di Sarnico, testi di Isa De Luca, fotografie e progetto grafico di Giuseppe M. Tobias Faccanoni; collaborazione Pro loco di Sarnico, Sarnico (Bg) 2006, p. 87.
dimensioni tali da poter essere definita monumentale ma è di forte impatto soprattutto grazie alla ringhiera in ferro battuto dal disegno originale e diverso da quello utilizzato per le altre ville Faccanoni. La balaustra, con corrimano in legno, è posizionata in diagonale in modo da seguire l’andamento dei gradini in marmo, è formata da moduli rettangolari riempiti a grata e intervallati da nastri ed elementi floreali verniciati che riproducono piante di rose rampicanti (fig. 16).
I circa 34 ambienti che vanno a comporre l’edificio sono distribuiti in modo tradizionale e non mostrano la libertà di snodo e la continuità visti per la Villa Giuseppe Faccanoni, forse a causa di specifiche esigenze e richieste del committente19.
La villa è circondata da un vasto parco con piante secolari e innumerevoli varietà di fiori dove sono collocate diverse piccole strutture, alcune delle quali progettate dallo stesso Sommaruga, come serre, statue, tra cui un busto di Pietro Paleocapa (1788-1869) celebre ingegnere idraulico20, panchine in pietra decorata, un gazebo, un’uccelliera e una fontana (fig. 18). Sempre nel parco, nella zona laterale alla villa, sorge un edificio un tempo adibito a rimessa e a scuderia che è stato recentemente ristrutturato e trasformato in un centro congressi.
In origine un ponte in pietra e ad arco ribassato, collocato nella parte destra della proprietà, collegava la villa al giardino e alla darsena che si trovano dall’altro lato della strada, in riva al lago21. Nel 1982 l’allargamento di tale strada ha imposto l’abbattimento della struttura22 che è però stata sostituita, in tempi recenti, con una passerella in ferro.
L’ing. Luigi Faccanoni trascorse proprio in questa villa di Sarnico i suoi ultimi e solitari anni, e, dopo la sua morte, sopravvenuta il 17 luglio del 1939 a causa di un ictus, fu il figlio Giuseppe detto Giusi (1916-1987) ad abitarla per diverso tempo.
In seguito la villa fu acquistata dal comm. Achille Bortolotti, pronipote dell’ing. Luigi Faccanoni, il quale nel 1987 avviò una serie di opere di restauro conservativo dell’edificio, che allora versava in cattivo stato, soprattutto per quel che riguardava gli interni, allo scopo di destinarlo alla sede degli uffici della sua società, il Gruppo Bortolotti: si imbiancarono le pareti, si sostituirono l’impianto elettrico e quello idrico, non più a norma, si verniciarono i serramenti e si lucidarono i pavimenti, il
19 Il liberty a Sarnico, a cura della Biblioteca comunale di Sarnico, testi di Isa De Luca, fotografie e progetto grafico di Giuseppe M. Tobias Faccanoni; collaborazione Pro loco di Sarnico, Sarnico (Bg) 2006, p. 84.
20 GIORGI 1994, p. 109.
21 Il liberty a Sarnico, a cura della Biblioteca comunale di Sarnico, testi di Isa De Luca, fotografie e progetto grafico di Giuseppe M. Tobias Faccanoni; collaborazione Pro loco di Sarnico, Sarnico (Bg) 2006, p. 82.
22 PEROGALLI, SANDRI, ZANELLA 1983, p. 331.
tutto mantenendo inalterate le caratteristiche originarie dell’edificio23. Tali interventi furono continuati dalla Società Tamoil, successiva proprietaria, che ha curato anche il riordino del parco.
Attualmente la villa, denominata Villa Surre, è in perfetto stato di conservazione ed è utilizzata come location per eventi e come centro congressi24.
23 La pratica riguardante la ristrutturazione e il parziale cambio di destinazione d’uso dell’immobile è stata consultata presso l’Archivio dell’Ufficio Tecnico del Comune di Sarnico (Bg).
24 Il liberty a Sarnico, a cura della Biblioteca comunale di Sarnico, testi di Isa De Luca, fotografie e progetto grafico di Giuseppe M. Tobias Faccanoni; collaborazione Pro loco di Sarnico, Sarnico (Bg) 2006, p. 74.
Eventi catastrofici, attivato il 'Sistema di coordinamento' sul lago d'Iseo
Da qualche giorno sul lago d'Iseo è stato attivato il 'Sistema di coordinamento', capace di unire il lavoro di nove gruppi di Protezione civile e di quattro associazioni specializzate nel soccorso, che ha 'debuttato' sabato 15 novembre durante l'alluvione che ha messo in crisi Sale Marasino e Pisogne.
La base operativa è la 'centrale' collocata nel complesso dei Disciplini, sopra i Vigili del fuoco. Lo spazio dedicato al Sistema di coordinamento è dotato di cinque postazioni radio, la segreteria ed i computer.
'Dalla centrale possiamo localizzare i gruppi in azione sul territorio radiolocalizzandoli con un sistema Gps', ha detto Stefano Picchi, coordinatore dei gruppi di Protezione civile. 'In pratica lavoriamo su una cartina telematica che si aggiorna di continuo mostrando la posizione di uomini e mezzi'.
Sul Sebino operano oltre duecento volontari, alcuni addestrati all'utilizzo di mezzi di primo soccorso come la mini pala ed il cassonato 4x4 con modulo antincendio. I gruppi che fanno parte del Sistema sono quelli di Sale Marasino, iseo, Marone, Monte Isola, Zone, Sulzano, Provaglio, Paratico ed Ome, più i sub di Monte Isola, il Cb club Sebino, il Gruppo soccorso di Pisogne e la Procivil Camunia. Il nuovo assetto di emergenza rientra nell'ampio lavoro di gestione associata che i Comuni stanno progressivamente delegando alla Comunità montana.
SEBINO: accordo sul GAL fra Comunità Montana e Valle Camonica
Accordo significativo tra la Valle Camonica e il Sebino: un asse territoriale Valle Camonica – Sebino - Franciacorta ma anche un no alla Valtrompia: così si è espressa all’unanimità l’assemblea dei nove Comuni della Comunità montana sebina, riunitasi lunedì per deliberare sulla programmazione futura per Piano di sviluppo rurale 2014-2020. Le risorse economiche a disposizione sono 65 milioni di euro da distribuire per i gruppi d’azione locale (Gal) che ad oggi, in Lombardia, sono 16. Troppi se si calcola che ogni progetto deve avere l’importo minimo di 5 milioni di euro: il rischio è quello di rimanere esclusi, visto poi che i Gal bresciani da tre dovrebbero diventare due. La Comunità montana del Sebino ha così recepito l’invito della Regione e ha deciso di aggregarsi alla Valle Camonica seguendo un percorso che dà maggiori garanzie che arrivino risorse sul territorio. In una valutazione di risorse Valle Camonica e Sebino hanno molto in comune e si è deciso di puntare ad una strategia di tipo agricolo che comprenda le filiere bosco-legno, lattiero-casearia, olivicola, vitivinicola e del pesce, legato all’acqua ed al lago. Inoltre è stato esteso l’invito a prendere parte all’aggregazione anche ai Comuni di Provaglio d’Iseo e Corte Franca che hanno accettato. La Valle Camonica, con l’unione di Sebino e Franciacorta, si arricchirà di molti elementi così come di riflesso i due territori che si sono distaccati dalla Valtrompia. Con questa realtà, risultata «troppo eterogenea sia come risorse territoriali sia che come progettazione», nel periodo 2007-2013 la Comunità Montana del Sebino aveva costituito il Gal Gölem, scegliendo come simbolo il Guglielmo, a scavalco tra i due territori. Però i dati del precedente Piano di sviluppo locale hanno mostrato come la Valtrompia abbia ottenuto il doppio delle risorse economiche, ovvero 1 milione e 600mila euro per i progetti sul suo territorio, contro gli 800mila euro stanziati per il Sebino.
Etichette:
Comunità Montana del Sebino Bresciano,
Gal Golem,
Valle Camonica
mercoledì 12 novembre 2014
Campagna "regalo solidale" dell'Associazione Volontari del Sebino Onlus
giovedì 30 ottobre 2014
Tra leggende e realtà: le streghe della Valle Camonica, sabba, riti, roghi e inquisizione
« Signori miei, son stato in Valcamonica
per consultare le streghe di quel loco
se mi saprebbon di Turpin la cronica
mostrar per forza d'incantato foco;
una vecchiarda in volto malinconica
rispose allor con un vocione roco:
-Gnaffe, che sì tu lo vedrai di botto;
entra qui tosto meco e non far motto »
| ||||||
(Teofilo Folengo, Orlandino, I, stanza 12)
|
Servizio di Milla Prandelli
lunedì 20 ottobre 2014
"Löc de la Begia" , dove il tempo si è fermato
E' un luogo magico dove il tempo sembra essersi fermato.
La sua atmosfera ti cattura e ne rimani affascinato senza scampo, è la Quattrocentesca casa detta "Löc de la Begia" (si trova in via Inganni a Gussago) costruita dagli Averoldi, che è, a detta di F. Lechi, fra le più interessanti del nostro quattrocento.
La casa, scrive il Lechi, presenta un portico basso perchè il pilastro in pietrame è corto e dopo poco più di un metro di fusto ha inizio l’attacco dell’ampio arco a tutto centro. E’ necessario questo senso di forza per sostenere la prima loggia che è formata da archi ogivali in numero doppio di quelli del portico, ma alti e snelli, quanto i primi sono tozzi, per sostenere ancora “la baltresca” che giunge sotto la gronda del tetto con pilastrini in cotto che ripetono il ritmo di quelli del pian terreno. Il portico presenta una certa varietà nelle aperture che denotano le modifiche apportate nei secoli. Sul lato corto di sera si apre il pozzo, nobilitato da una cornice del Cinquecento, di fronte nel lato di mattina sale la vecchia scala, modesta, rudimentale a chiocciola, simile a tante altre coeve. Le finestre danno luce ad ampi locali; in uno di essi, la caminada, vi era un bel camino in pietra con modiglioni a zampa di leone, oggi trasferito nella villa Togni, già Averoldi e Raccagni. Da questo locale, che ha al centro una colonna a sostegno della lunga trave centrale, si diparte un scala di legno recentemente costruita per le esigenze di oggi. Essa è stata costruita con le ancore sanissime roveri di travature recuperate da antichi edifici di Brescia distrutti nei bombardamenti del 1945, è una copia di una simile scala esistente nella Cà d’Oro a Venezia.
Al piano superiore la loggia è tutta aperta: non si può capire se un tempo vi fosse, come supponiamo, il soffitto a travetti per dividere la galleria stessa dalla baltresca sovrastante, come d’uso. Oggi si scorge scoperta la rustica travatura del tetto. Le sale che si affacciano sulla loggia erano molto adornate perché si trattava dell’appartamento di rappresentanza.
Incominciando da ponente vi è una sala sulle pareti della quale si scorgono tracce di affreschi monocromi del secolo XVI; erano otto pannelli e rappresentavano Apollo con vari musici, di modesta fattura.
Questo è quanto affiora sotto lo strato di calce. Sul camino lo stemma di famiglia con contrassegni della dignità di vescovo. Dopo questo, altri due vasti ambienti: il grande salone con le pareti affrescate e un’altra sala. Su tutti i soffitti in legno a grandi travi, cordonate ornate da tavolette dipinte, con fregi, stemmi, animali e teste umane, in maniera ancora molto semplice e modesta. Anche questo è un elemento che può convincere a determinare la data di costruzione nella prima metà del secolo XV (Quattrocento). L’ultimo locale verso mattina , ricavato in un corpo aggiunto in epoca più tarda, alterato in piccoli scomparti, porta sulle pareti tracce di affreschi cinquecenteschi monocromati.
Fonte: Enciclopedia Bresciana
Etichette:
architettura,
Gussago,
Löc de la Begia,
Storia del Territorio
Iscriviti a:
Post (Atom)