giovedì 9 aprile 2015

La traversata del lago d’Iseo





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    Per il 
  • Concorso Giornalisti in erba 2015

  • Il racconto di (Matteo Bertazzoli – 4^A INFORMATICA ISS RIVA SARNICO)

    Quel giorno mi svegliai di mattina verso le sette, ero un po’ agitato dato che era la mia prima traversata, ma allo stesso tempo ero carico, sentivo di poter andar bene.

    Appena uscii di casa vidi che il cielo era scuro, sembrava che stesse andando a piovere e non era una buona cosa, dato che avrebbero rinviato la gara.
    Salimmo in macchina io, i miei genitori ed i miei nonni e ci recammo alla palestra dei Giardini Garibaldi, ad Iseo, per fare la punzonatura. Questa operazione consiste nel prendere la propria boa con il numero assegnato (il mio era l’ 86) e ricevere un cip, che si doveva obbligatoriamente legare alla caviglia e che sarebbe servito ai giudici per rilevare il tempo una volta arrivati al traguardo. Infine ci si doveva preparare con muta, cuffia e occhialini.
    Una volta arrivati alla palestra mi unii ad alcuni dei miei compagni di squadra che partecipavano alla traversata assieme a me, salutai i miei genitori e andai a prepararmi .
    Man mano che il tempo passava la palestra si riempiva di persone di ogni età: in totale eravamo circa 250 iscritti fra maschi e femmine, under e over 18. La competizione si faceva interessante. 
    Appena uscimmo (io e i miei amici) salimmo sul battello che doveva portarci alla partenza situata a Predore, sulla riva opposta alla nostra. Dopo esserci imbarcati notammo che l’acqua era un po’ mossa e che quindi nuotare non sarebbe stato facile, ma dimenticammo quel pensiero parlando delle nostre paure e facendo ipotesi su come la gara sarebbe andata.
    In pochi minuti raggiungemmo il luogo della partenza e dopo aver legato saldamente la boa alla vita ci tuffammo in quell’acqua gelata e scura: non si vedeva nulla e questo non ti faceva pensare positivo, dato che avevamo ancora circa 3100 metri di nuoto da compiere!
    Giunse finalmente il momento della partenza, tutti ammassati l’uno di fianco all’altro. Due regole da rispettare: non perdere né la boa, né il cip,due fattori che avrebbero comportato la squalifica dell’atleta.
    Sentii uno sparo, quello era il segnale!
    Partirono tutti molto forte, non potevo permettermi di rimanere indietro, quindi iniziai pure io a tirare e anche se sapevo di non essermi preparato per quella gara, volevo farla bene!
    Iniziai a superare molta gente fino a quando rimasi da solo, fra il gruppo di quelli forti e i restanti dietro. Dopo pochi minuti notai che il gruppo di testa era volato via, altre 2 o 3 persone invece erano rimasti a pochi metri da me. “Non sono troppo lontani “, pensai e infatti li raggiunsi, rimanendogli attaccato ai piedi, mentre il cielo si schiariva e il sole splendeva su di noi.
    Oramai il freddo non si sentiva più, era stato rimpiazzato dall’adrenalina.
    Rimanemmo in 4 persone fino alla fine, spalla a spalla, una lotta per aggiudicarsi un buon posto in quella traversata. Anche se la stanchezza si faceva sentire, le braccia erano pesanti e i muscoli contratti dallo sforzo, non mi potevo arrendere: ero arrivato fin lì ed era il momento di tirar fuori tutta l’energia che mi rimaneva.
    Giunsi al traguardo esausto e ottenni l’undicesimo posto su tutti con il tempo di 40’:59”. Non pensavo assolutamente di ottenere una così degna posizione in questa mia prima traversata: ero soddisfatto. Poco dopo cominciarono ad arrivare altri miei amici e tutti ci fecero i complimenti perché eravamo stati veramente in gamba e l’anno prossimo ho intenzione di ripetere quest’esperienza…e provare a vincerla.