Apertura Terme della Villa Romana
Le Terme della Villa Romana sono aperte al pubblico da aprile a settembre.
Giovedì-venerdì-sabato ore 18-22, domenica 9-13
Giovedì-venerdì-sabato ore 18-22, domenica 9-13
- Ingresso libero -
Per visite guidate fuori da questi orari contattare il n. 338 1744582
Per visite guidate fuori da questi orari contattare il n. 338 1744582
L'impianto termale di una villa romana scoperto a Predore
Nell’area della
ex fabbrica Lanza di Predore, un nuovo sito archeologico, che è stato
musealizzato, quindi ceduto al Comune e reso visitabile al pubblico: si tratta
di un edificio termale pertinente a una più ampia villa, che
viene costruito nel I sec. d.C. e rimane in uso con diversi rifacimenti fino al
V sec. d.C.
In base al ritrovamento, sempre nel centro storico di
Predore, di un’epigrafe votiva incisa su un’ara dedicata a Diana (CIL V 5092) è
stato ipotizzato che il complesso appartenesse alla famiglia del console
Marco Nonio Arrio Cuciano (201 d.C.).
L’area è delimitata a ovest dal torrente Rino, che già in
antico è stato arginato con un muro di contenimento, di cui si sono conservate
porzioni in alzato fino a 2 m di altezza: a partire da questa struttura, dopo
una fascia di rispetto di circa 500 mq, sono state rinvenute le fondazioni dei
perimetrali dell’edificio termale che si sviluppa lungo gli assi nord-sud ed
est-ovest, costruiti in tecnica mista (mattoni - tegole e pietre legate con
malta).
La fase più antica è datata al I sec. d.C., ma le
strutture del vero e proprio impianto termale risalgono alla fase
successiva, che, sulla base dei materiali rinvenuti, è databile al
II-III sec. d.C.
Nel dettaglio gli ambienti dotati di un riscaldamento a
ipocausto sono quattro, sono serviti da un unico praefurnium,
preceduto da un piccolo vano ipogeo, e sono tutti concentrati nell’area nord
est: presentano una forma rettangolare e sono adiacenti l’uno all’altro: dei
pavimenti riscaldati si sono conservate le sospensure, che
creano l’intercapedine per l’aria calda, e il piano inferiore, mentre il piano
d’uso superiore è stato completamente asportato.
In una fase successiva viene demolito il perimetrale ovest
dell’edificio nella sua porzione meridionale e qui vengono ricostruiti il
tepidarium e il frigidarium, disassati rispetto il resto dei muri di circa 15
gradi: il frigidarium (10 metri quadrati circa) era
probabilmente in origine dotato di un rivestimento pavimentale e parietale in
lastre di marmo e di una fontana nell’angolo nord est. A sud di questo ambiente
è stata rilevata una vasca di 5 metri per dieci, profonda 1 metro e rivestita di
lastre squadrate di pietra bianca locale.
Nella fase successiva, che si conclude con l’abbandono
definitivo del sito nel V sec d.C., si registrano solo lievi modifiche
nell’impianto dell’edificio.
Accanto al sito è stata allestita una
stanza-museo nella quale sono esposti i ritrovamenti archeologici più
significativi: si distinguono lacerti di pavimenti in mosaico, monete, una
ricostruzione con materiali originale del sistema di riscaldamento a pavimento,
numerosi frammenti di stucco decorato e di intonaci dipinti (motivi floreali su
sfondo monocromo rosso, motivi vegetali, cornici, ecc.). Infine è stato esposto
un mattone (misure: cm 45 x cm 35 x cm 4,5 di spessore), che è stato utilizzato
come lastra di copertura di una canaletta sotto un pavimento della zona termale
della villa ed è databile alla fase del II-III sec. d.C.: il manufatto presenta,
su una superficie lisciata ad hoc, numerosi graffiti tutti realizzati prima
della cottura, probabilmente con uno stilo, il che consente di comprendere la
sua prima funzione, ovvero una tavola di argilla cruda per esercitazioni varie
alla scrittura. Una volta esaurita questa funzione, la tavola viene cotta e
riutilizzata come lastra di copertura della canaletta.
Tra i graffiti si distinguono l’inizio di una sequenza
alfabetica (A B C D), una figura a “otto coricato” inquadrata tra due aste,
alcune cifre e due iscrizioni in capitale corsiva
QVINQUE QVERV+ (---)
(incerta l’interpretazione: forse uno scioglilingua o
un’espressione che rimanda all’insegnamento grammaticale)
NEPTVNVS BIVGOS T[---]A
VR[---]TVR
+ ?QV+QV[---]SAS[---]SO[---]
+OMITABAN[---]
BINIS [---]
FLVCTIBVS [---] B+S
VND+S.
(il testo sembra essere una sorta di esercitazione alla
scrittura che menziona il dio Nettuno al nominativo e nelle ultime righe
presenta due riferimenti espliciti alla fine al mondo delle acque)
Per prenotare un visita al sito telefonare allo
035.938032 (Predore, Palazzo Comunale).
Per maggiori approfondimenti si vedano:
Fortunati M. – Ghiroldi A. 2007, L’impianto termale della
villa di Predore, in Storia Economica e Sociale di Bergamo, vol. 2, pp.
634-638
Molle C. 2007, Un laterizio graffito da Predore, in Storia
Economica e Sociale di Bergamo, vol. 2, pp. 639-645
Valvassori M. 1993, Catalogo dei reperti di età romana, in Le
antiche lapidi di Bergamo e del suo territorio. Materiali, iscrizioni,
iconografia, “Notizie Archeologiche Bergomensi” vol.1, p.199