Storie di monasteri, vicende di eremiti, distruzioni e ricostruzioni sono lo scenario dei fatti, scarsamente documentati, della magica isola di Loreto, situata nel lago d’Iseo, che deve la sua originalità alla varietà del suo paesaggio e alle sue bellezze naturali; incorniciato, verso nord, dai monti perennemente innevati del ghiacciaio dell’Adamello, dai quali giungono le acque che lo alimentano attraverso il fiume Oglio; a sud, invece, il paesaggio si fa più collinare e dolce e questi aspetti si affermano, prepotentemente, in molti tratti delle coste, tra le pareti rocciose che si tuffano a picco nel lago e le stupende colline verdeggianti.
In questo lago così affascinante nella sua semplicità, pittoresco e suggestivo, conosciuto ed apprezzato sin dai tempi più antichi da poeti e pittori, si trova l’isola di Loreto, di cui scarseggiano i documenti storici, sebbene il ritrovamento di alcune monete, risalenti al 1238, epoca di Federico II, al periodo visconteo e a quello cinquecentesco della Serenissima, abbia fatto ipotizzare che essa fosse un luogo d’incontro di pescatori, mercanti e pellegrini diretti verso il convento di clausura femminile annesso a un santuario. A fine ‘500, un eremita di nome Pietro vi eresse un romitorio, i cui resti furono visibili fino alla fine dell’800. L’isola divenne di proprietà della duchessa Felicita Bevilacqua La Masa agli inizi dell’Ottocento, ma alla sua morte, gli eredi la vendettero al capitano della marina Vincenzo Richieri, di Sale Marasino, che costruì l’odierna villa, cercando di ricreare l’antico castello medioevale dai ruderi rimasti dell’antico edificio. Dagli scavi per la costruzione della villa vennero rinvenuti vari oggetti: macine, frammenti di tegole e monete che il capitano tentò di catalogare. Dopo la morte di Richieri, la villa cambiò numerosi proprietari fino all’acquisto, una decina di anni fa, da parte della “Società Loreto” di Erbusto, trasformandosi, da scoglio nudo, in un magnifico bosco di pini, larici, piante esotiche. Bellissima, misteriosa, inaccessibile… sono questi i motivi che hanno visto contesa per secoli.
Davide Bortolotti, in una lettera del 1824 descrive le piccole isole di San Paolo e di Loreto. "Ai piedi dell’orgoglioso Monte d’Isola giacciono due umili
isolette singolarmente piccole e quasi a fiore dell’onda che diresti ivi porte
per far meglio risaltare la grandezza e l’elevazione della superba loro
dominatrice. Quella a settentrione del Monte viene detta Loreta, S.Paolo ha
nome l’altra a mezzogiorno la quale venne anche non affatto impropriamente
paragonata all’arca di Noè”