La storia documentata di S.Paolo inizia nel 1091 quando due
fratelli longobardi, con la madre, decidono di donare ai monaci Cluny
un’isoletta del Lago d’Iseo sulla quale vi erano alcune case e una chiesa
dedicata a San Paolo. I monaci di Cluny costruirono sull’isoletta un
priorato in cui vi si stabilirono otto frati, l’isola costituiva un riparato
punto di osservazione e di sosta lungo l’unica via di comunicazione fra Iseo e
la Valle Camonica. I monaci cluniacensi abitarono per oltre tre secoli il piccolo
monastero di S.Paolo, finchè il convento fu donato ai frati minori
dell’Osservanza di Brescia che col tempo lo ristrutturano ed ampliarono. Nel
corso di tutto l’800 l’isola passò nelle mani di diversi proprietari diventando
persino un albergo nel 1890, che però non durò molto. A fine ‘800 però fini
nelle mani sbagliate, quelle del signor Trapattoni di Milano che rase al suolo
tutto ciò che c’era sull’isola. La distruzione dell’antica chiesa e del
monastero colpì molto la fantasia popolare, che ideò “un cupo finale per il demolitore di edifici sacri, narrando del suo
corpo straziato alla deriva, in una notte di sarneghéra “(uragano
proveniente da Sarnico). Nel 1915 la famiglia Beretta acquistò l’isola e la
ristrutturò costruendo una villa e un giardino che tutt’oggi spuntano dall’acqua,
ben tenuti, comunicando sempre un fascino misterioso e indescrivibili
suggestioni.
Leggenda:La leggenda narra che i frati di S.Paolo producessero con pochi tralci di
vite e qualche ulivo, una grappa che possedeva poteri benefici, la grascio de S.Paol, immancabile in ogni
casa di Montisola.
Davide Bortolotti, in una lettera del 1824 descrive le piccole isole di San Paolo e di Loreto. “Ai piedi dell’orgoglioso Monte d’Isola giacciono due umili
isolette singolarmente piccole e quasi a fiore dell’onda che diresti ivi porte
per far meglio risaltare la grandezza e l’elevazione della superba loro
dominatrice. Quella a settentrione del Monte viene detta Loreta, S.Paolo ha
nome l’altra a mezzogiorno la quale venne anche non affatto impropriamente
paragonata all’arca di Noè”