domenica 10 agosto 2014

ISEO : San Silvestro luogo del cuore da salvare! votate!!

La chiesa è aperta al pubblico nei seguenti giorni:
mercoledì-sabato-domenica 9.00-10.30

Un passato legato all'episcopato bresciano, alle confraternite discipline e al culto dei morti. Un presente di bisogni urgenti di interventi restaurativi. Un futuro incerto. 
Aiutateci a dare un futuro sicuro a questa chiesa,
votate "chiesa di San Silvestro - Iseo" 
sul sito del FAI - luoghi del cuore,
scaricando l'app oppure compilando i moduli raccogli firme nelle sedi delle delegazioni o le cartoline che trovate nelle filiali di Banca Intesa, cartoline che troverete anche all'interno del prossimo numero di PUNTO D'INCONTRO , periodico free-press distribuito nel Basso Sebino e in Franciacorta, in uscita il 2 agosto 2014.
 La chiesa romanica di San Silvestro era probabilmente l'oratorio privato del vescovo di Brescia durante i suoi soggiorni estivi a Iseo. Ad aula unica, suddivisa in ripiani, quello sotterraneo conosciuto con il nome di "Carnerio", divenne nel XV secolo di proprietà della Confraternita dei Disciplini della Santa Croce e, dal XX secolo, fu adibita a magazzino e poi a falegnameria. Al suo interno conserva affreschi del XV, XVI e XVII-XVIII secolo, fra i quali si segnalano in particolare la "Danza Macabra" e il "Ritrovamento delle Sante Croci".


LA DANZA MACABRA

 (sec. XIV, inizi), affresco, di Ignoto che appare ora monocromatico; in origine era di vivaci colori, nel registro inferiore dell'abside. Originalissima, ripete ad ogni riquadro, compreso in un colonnato di stile rinascimentale, la figura della Morte - sempre diversa e terribile - e delle sue prede. Don Ghiroldi scrive:

«La Danza macabra di S. Silvestro […] è costituita da otto riquadri bi-cromi (bruno e ocra) in cui sono inseriti numerosi personaggi: da uno a tre per riquadro, affiancati da un cadavere recante sulle spalle un sudario funebre. Vi compaiono rappresentanti del ceto medio, tranne che per le due coppie esterne - in parte distrutte dagli interventi del Settecento -costituite dal patriarca e dal vescovo a sinistra e da un re a destra.

L' ignoto autore, che non ha utilizzato i sistemi tradizionali per trasferire il disegno dai cartoni all'intonaco, ha composto di getto con grande immediatezza tutta la sua opera in una sola giornata utilizzando il colore tenue dell'ocra, che non avrebbe disturbato la finitura delle figure per definire i volumi, e tracciandone invece i contorni con pennellate fresche e decise di colore bruno» (Ghiroldi, 1998 dattiloscritto).
A nostro giudizio, viste le dimensioni e la composizione di getto, l'affresco è stato esteso in varie "giornate" anche se decisiva nel merito risulterà l'analisi a luce radente.
Nel merito dello stato di conservazione di questo affresco, il Ghiroldi osserva che «vi sono infine tracce di vandalismo: in particolare le orbite degli scheletri sono state profondamente scavate quasi a volerne cancellare lo sguardo penetrante e malefico».
fonte: www.sites.google.com/a/parrocchiasantandreaiseo.it