giovedì 7 marzo 2019

PROVAGLIO D'ISEO 17 maggio 2019 WU MING Proletkult

VENERDI' 17 APRILE 2019 ORE 21.00
CANTINA BARONE PIZZINI

«Bogdanov immaginò di estrarre la rivoltella e sparargli al cuore. Poi avrebbe legato l'ancora al cadavere, l'avrebbe rovesciato in mare e dietro al corpo avrebbe gettato la pistola. Le storie di Leonid Voloch sarebbero andate perdute per sempre in fondo al golfo. Il suo viaggio sul pianeta socialista sarebbe morto con lui. Un racconto filosofico. Un romanzo di scienza e di fantasia che nessuno avrebbe mai letto».
Mosca, 1927. Che le proprie storie si mescolino alla realtà fino al punto di prendere vita: non è questo il sogno segreto di ogni narratore? È ciò che accade ad Aleksandr Bogdanov, scrittore di fantascienza, ma anche rivoluzionario, scienziato e filosofo.

Mentre fervono i preparativi per celebrare il decennale della Rivoluzione d'Ottobre e si avvicina la resa dei conti tra Stalin e i suoi oppositori, l'autore del celebre Stella Rossa riceve la visita di un personaggio che sembra uscito direttamente dalle pagine del suo romanzo.

È l'occasione per ripercorrere le tappe di un'esistenza vissuta sull'orlo del baratro, tra insurrezioni, esilio e guerre, inseguendo lo spettro di un vecchio compagno perduto lungo la strada. Una ricerca che scuoterà a fondo le convinzioni di una vita.

«Si dirigono all'uscita, passando tra i modelli esposti. I diversi razzi sembrano rivelare la provenienza dei loro progettisti. Quello di Max Valier, sudtirolese, è un fuso di metallo e volontà tedesca, con due ali tozze, simili a braccia, ognuna terminante in un missile aguzzo. L'astronave di Federov è una balena di latta, piena di misteriosi diverticoli e trombe estroflesse, che ci s'immagina navigare malinconica e russa verso altre galassie. Il siluro lunare di Goddard è un proiettile gigante, senza fronzoli, pragmatico e yankee. I velivoli di Esnault-Pelterie sono farfalle di eleganza francese, mentre il razzo a quattro stadi con motore a doppia reazione, dell'italiano Gussalli, è barocco a partire dal nome».


Wu Ming è un collettivo di scrittori provenienti dalla sezione di Bologna degli artisti facenti parte del Luther Blisset Project (1994-99), denominatosi Wu Ming (“senza nome” oppure “cinque nomi”) Foundation e composto da cinque autori.

Nel 1999, col nome «Luther Blissett», i futuri Wu Ming pubblicarono il romanzo Q (Einaudi Stile Libero), finalista allo Strega. A partire dal 2000, col nuovo nome hanno firmato romanzi storici (54, Manituana, Altai, L'Armata dei Sonnambulie Proletkult), raccolte di racconti (Anatra all'arancia meccanica e L'invisibile ovunque) e saggi, oltre ai libri per bambini del ciclo di Cantalamappa (pubblicato da Electa).

Ciascuno dei membri del collettivo ha un nome d'arte individuale, una produzione "solista" e una "voce" autoriale autonoma, riconoscibile dai lettori.

Nel corso degli anni, intorno al collettivo si è andata formando una «costellazione» di progetti, un «collettivo di collettivi» chiamato Wu Ming Foundation. Il blog di Wu Ming si chiama Giap.

I loro libri sono tradotti in più di venti Paesi nel mondo.