foto Alessandro Bazzana |
CHIESA DELLA MADONNA DEL CORNO
Via Piano delle Viti, 2
La chiesa della Madonna del Corno è collocata sopra una parete rocciosa a strapiombo, il “corno” appunto, che domina l’intero abitato di Provaglio di Iseo. Una leggenda narra che la chiesa avesse dovuto sorgere a poca distanza dal luogo in cui si trova ora, in un’area pianeggiante. Eventi arcani avrebbero però impedito la costruzione della chiesa costringendo i Provagliesi a spostare l’edificio presso l’attuale collocazione. Resti murari di una costruzione andata completamente perduta e alcune fonti storiche testimoniano la reale presenza di un’altra antica chiesa a circa 300 metri di distanza dalla Madonna del Corno titolata alla Madonna di Loreto e in seguito abbandonata. Alcuni documenti e inscrizioni aiutano a ricostruire la vera storia di questo luogo.
La chiesa della Madonna del Corno è collocata sopra una parete rocciosa a strapiombo, il “corno” appunto, che domina l’intero abitato di Provaglio di Iseo. Una leggenda narra che la chiesa avesse dovuto sorgere a poca distanza dal luogo in cui si trova ora, in un’area pianeggiante. Eventi arcani avrebbero però impedito la costruzione della chiesa costringendo i Provagliesi a spostare l’edificio presso l’attuale collocazione. Resti murari di una costruzione andata completamente perduta e alcune fonti storiche testimoniano la reale presenza di un’altra antica chiesa a circa 300 metri di distanza dalla Madonna del Corno titolata alla Madonna di Loreto e in seguito abbandonata. Alcuni documenti e inscrizioni aiutano a ricostruire la vera storia di questo luogo.
Da un documento del 1496, infatti, risulta che il rettore della chiesa di San Bernardo prese possesso anche di una cappella sul monte, denominata Madonna della Ceriola. L’anno 1509 è invece inciso sull'arco della porta d'ingresso della chiesa. L'inventario degli arredi, redatto nel 1515, testimonia che l’edificio, ora chiamato Ecclesia Sanctae Mariae supra Corna, è pronto per entrare in funzione. Da questi documenti si può quindi dedurre che l'edificio, nella struttura in cui lo vediamo oggi, prese forma nel giro di vent'anni, dal 1496 al 1515, quale completamento, ampliamento o risistemazione di una cappella preesistente, sulla cui origine, invece, non si sa nulla. La collocazione decentrata rispetto al paese di Provaglio rivela la reale funzione di questa chiesa. Mentre le chiesette di quel periodo sorgevano su spinta di una singola contrada come proprio punto di riferimento religioso o per volontà di un qualche nobile proprietario terriero residente in loco, la Madonna del Corno, lontana da nuclei abitati e da tenute coltivabili, dovette, infatti, necessariamente sorgere per funzioni diverse. La documentazione delle numerose offerte in denaro, cera, olio, frumento e vino, dei comuni limitrofi alla chiesa in costruzione, induce a pensare che essa nacque da un vero e proprio slancio popolare collettivo per un qualche significato straordinario. La chiesa della Madonna del Corno sarebbe stata infatti eretta a seguito dell’apparizione della Vergine stessa che chiedeva quel santuario in suo onore. Quasi a ufficializzarne la sacralità, papa Innocenzo XI, nel 1682, e papa Pio VI, nel 1786, concessero l'indulgenza plenaria “a tutti i fedeli di entrambi i sessi che, pentiti, confessati e comunicati, visiteranno nella seconda festa della Pentecoste, dai primi vespri al tramonto del sole, la chiesa dedicata a S. Maria del Corno e qui avranno pregato per la concordia dei principi, per l'estirpazione delle eresie e per l'esaltazione della Chiesa". Un’altra testimonianza del 1717 ricorda che “un'immagine della Beata Vergine, dipinta sulla parete, è famosa per parecchi miracoli e grazie". È proprio per il potere miracoloso attribuitogli che la Madonna del Corno è stato un luogo di pellegrinaggio quando questo significava, in virtù della sua faticosa lontananza, l'abbandono temporaneo da parte del fedele dello spazio e della vita di tutti i giorni. Un’altra importante funzione svolta dalla Madonna del Corno è stata quella di regolare il tempo dei Provagliesi con le sue due campane e di proiettarli verso la modernità rispetto ad un’epoca in cui il tempo era normalmente scandito solamente dalle fasi del sole e delle stagioni. Si può ancora ammirare l'ingegnoso marchingegno cui le campane furono collegate nel primo Novecento e che andava caricato tutti i giorni. Altri sistemi di misurazione del tempo e la centralizzazione della vita religiosa presso la Parrocchiale del paese hanno progressivamente marginalizzato il santuario, mai però del tutto dimenticato dai Provagliesi tanto che da circa trent’anni, grazie alle cure della sezione locale del CAI, è ridiventato un frequentato polo di attrazione e la chiesa e i suoi arredi sono oggetto, anche per intervento dell'Ente Pubblico, di attenti e continui restauri.
Dal punto di vista architettonico la chiesa di Santa Maria del Corno presenta i caratteri tipici delle chiese locali erette nel XVI secolo: aula unica, coperta da un soffitto a due falde con travi lignee e tavelle in cotto; presbiterio con volta in muratura; facciata con profilo a capanna e con finestra tonda al centro. Tuttavia, l'arcata a sesto acuto, è tipica del Quattrocento e rivela, perciò, al pari dei documenti scritti, una preesistenza. Altri elementi architettonici, invece, sono più tardi e testimoniano successive sistemazioni sia per manutenzione ordinaria, sia mirate a rendere più prestigioso l'edificio, in seguito alla fama miracolosa da esso acquisita. Il caratteristico portico anteriore, ad esempio, è stato, con tutta evidenza, aggiunto in seguito, appoggiato a una facciata che era già compiuta, intonacata e affrescata. L'aggiunta fu eseguita forse nel tardo Cinquecento o, più probabilmente, nel Settecento, quando intervenne una significativa ristrutturazione che, oltre al sagrato, interessò l'abside, trasformata da semicircolare a rettangolare, affinché fosse più ampia e potesse accogliere un monumentale altare in marmo. Anche l’affresco collocato nel presbiterio e raffigurante Gesù bambino che aiuta Giuseppe nella bottega da falegname è databile al Settecento; così come settecentesca è anche la singolare decorazione a broccato della navata, realizzata con stampi traforati. Mai coperto dalle successive intonacature, in quanto era il pezzo più prezioso e addirittura miracoloso, appare ancora oggi integro l'affresco della Madonna in trono col Bambino, datato 1511. Anche l'esterno della chiesa presenta elementi ornamentali, come il torciglione in cotto che fa da contorno al portale in pietra di Sarnico, mentre degli affreschi non è rimasto altro che qualche lacerto. L’anno 1866, riportato in controfacciata, documenta l'ultimo intervento relativo alla dipintura delle pareti interne a "tappezzeria". Risale allo stesso intervento anche la copertura delle tavelle in cotto del tetto coperte da una colorazione grigiastra, rimossa durante l’ultimo restauro eseguito nel 2017 e che ha riportato questi elementi decorativi agli antichi splendori. Le tele originali della Chiesa, trasferite altrove per motivi di sicurezza, sono sostituite da copie offerte dal CAI locale, col fine di conservare e trasmettere un'idea fedele della decorazione interna. Tra tutte le opere, si distingue per imponenza, complessità e importanza il martirio di Sant'Erasmo, appeso con le sue stesse budella alla carrucola di un pozzo, opera di elevato livello qualitativo, attribuibile su basi stilistiche a Pietro Avogadro (1663-1737), famoso pittore bresciano, autore di numerosi dipinti conservati nelle più importanti chiese cittadine.
Dal punto di vista architettonico la chiesa di Santa Maria del Corno presenta i caratteri tipici delle chiese locali erette nel XVI secolo: aula unica, coperta da un soffitto a due falde con travi lignee e tavelle in cotto; presbiterio con volta in muratura; facciata con profilo a capanna e con finestra tonda al centro. Tuttavia, l'arcata a sesto acuto, è tipica del Quattrocento e rivela, perciò, al pari dei documenti scritti, una preesistenza. Altri elementi architettonici, invece, sono più tardi e testimoniano successive sistemazioni sia per manutenzione ordinaria, sia mirate a rendere più prestigioso l'edificio, in seguito alla fama miracolosa da esso acquisita. Il caratteristico portico anteriore, ad esempio, è stato, con tutta evidenza, aggiunto in seguito, appoggiato a una facciata che era già compiuta, intonacata e affrescata. L'aggiunta fu eseguita forse nel tardo Cinquecento o, più probabilmente, nel Settecento, quando intervenne una significativa ristrutturazione che, oltre al sagrato, interessò l'abside, trasformata da semicircolare a rettangolare, affinché fosse più ampia e potesse accogliere un monumentale altare in marmo. Anche l’affresco collocato nel presbiterio e raffigurante Gesù bambino che aiuta Giuseppe nella bottega da falegname è databile al Settecento; così come settecentesca è anche la singolare decorazione a broccato della navata, realizzata con stampi traforati. Mai coperto dalle successive intonacature, in quanto era il pezzo più prezioso e addirittura miracoloso, appare ancora oggi integro l'affresco della Madonna in trono col Bambino, datato 1511. Anche l'esterno della chiesa presenta elementi ornamentali, come il torciglione in cotto che fa da contorno al portale in pietra di Sarnico, mentre degli affreschi non è rimasto altro che qualche lacerto. L’anno 1866, riportato in controfacciata, documenta l'ultimo intervento relativo alla dipintura delle pareti interne a "tappezzeria". Risale allo stesso intervento anche la copertura delle tavelle in cotto del tetto coperte da una colorazione grigiastra, rimossa durante l’ultimo restauro eseguito nel 2017 e che ha riportato questi elementi decorativi agli antichi splendori. Le tele originali della Chiesa, trasferite altrove per motivi di sicurezza, sono sostituite da copie offerte dal CAI locale, col fine di conservare e trasmettere un'idea fedele della decorazione interna. Tra tutte le opere, si distingue per imponenza, complessità e importanza il martirio di Sant'Erasmo, appeso con le sue stesse budella alla carrucola di un pozzo, opera di elevato livello qualitativo, attribuibile su basi stilistiche a Pietro Avogadro (1663-1737), famoso pittore bresciano, autore di numerosi dipinti conservati nelle più importanti chiese cittadine.
Bibliografia
AA.VV, La mappa del tesoro. Materiali per un museo del territorio, Associazione culturale San Pietro in Lamosa, Provaglio di Iseo.
Laura Ruberti