La multiutility Cogeme pronta a sfruttare la falda a 60°C: l'ipotesi di un maxi centro termale.
Immaginatevi un'enorme piscina di acqua caldissima, aperta tutto l'anno. La bruma invernale che si mescola con i vapori delle vasche vista lago. Turisti di mezza Europa a mollo con in mano un flute. Sostituite il Custoza con un Franciacorta e il lago di Garda con il Sebino.
Ecco cosa potrebbe diventare il Sassabanek di Iseo in meno di un lustro:
un centro termale da fare invidia (e concorrenza) a Colà di Lazise,
alle Terme del Garda. Basta che le istituzioni vogliano valorizzare ciò
che hanno sotto i piedi. Perché la Natura ha dotato appunto Iseo di una
enorme falda profonda di acqua a sessanta gradi. Basta trivellare un
pozzo a ottocento metri di profondità per farla sgorgare.
La conferma della preziosa scoperta viene dal direttore di Cogeme, l'ingegner Paolo Saurgnani, che per conto della multiutility dell'Ovest ha ottenuto un permesso di ricerca (chiamato Sassabanek). Ed è arrivata l'importante scoperta. Tenuta fino ad oggi riservata. I dettagli sulla realizzazione dell'impianto devono essere perfezionati ma i costi per il pozzo non sono impossibili: si parla di 600 euro a metro, per complessivi 500mila euro. Altra cosa sarà la realizzazione delle eventuali vasche.
La conferma della preziosa scoperta viene dal direttore di Cogeme, l'ingegner Paolo Saurgnani, che per conto della multiutility dell'Ovest ha ottenuto un permesso di ricerca (chiamato Sassabanek). Ed è arrivata l'importante scoperta. Tenuta fino ad oggi riservata. I dettagli sulla realizzazione dell'impianto devono essere perfezionati ma i costi per il pozzo non sono impossibili: si parla di 600 euro a metro, per complessivi 500mila euro. Altra cosa sarà la realizzazione delle eventuali vasche.
Una scoperta destinata a far schizzare alle stelle le quotazioni del centro sportivo e del campeggio a bordo lago i cui maggiori
azionisti sono attualmente il Comune di Iseo (42 per cento), A2A (25
per cento) e la Provincia di Brescia (15 per cento). E sarà solo un caso
ma da un anno a questa parte l'amministrazione comunale di Iseo sembra
aver «congelato» l'eventualità di vendere le sue quote del Sassabanek:
potrebbe significare infatti la svendita di una miniera d'oro, di una
calamita potentissima di turismo e denaro, in tempi in cui il mix tra
wellness, «Spa», enogastronomia, paesaggio e cultura conoscono crescite a
due zeri. E un futuro centro termale ad Iseo potrebbe rilanciare
ulteriormente il turismo su tutto il Sebino.
Ne è convinto anche il sindaco di Iseo, Riccardo Venchiarutti, che da buon giornalista (è ancora dipendente Rai) intuisce la portata della notizia: «Sono al corrente della scoperta e so che al momento sono ancora in corso indagini tecnico-scientifiche. Pur con tutte le cautele del caso, la possibilità di realizzare un centro termale avrebbe uno straordinario rilievo per Iseo e andrebbe a completare un'offerta turistica che stiamo sempre più qualificando». Venchiarutti cita la crescita di presenze turistiche che nel comprensorio di Iseo nel 2012 ha fatto segnare un balzo del 13 per cento e che vanta importanti percentuali anche quest'anno.
Ne è convinto anche il sindaco di Iseo, Riccardo Venchiarutti, che da buon giornalista (è ancora dipendente Rai) intuisce la portata della notizia: «Sono al corrente della scoperta e so che al momento sono ancora in corso indagini tecnico-scientifiche. Pur con tutte le cautele del caso, la possibilità di realizzare un centro termale avrebbe uno straordinario rilievo per Iseo e andrebbe a completare un'offerta turistica che stiamo sempre più qualificando». Venchiarutti cita la crescita di presenze turistiche che nel comprensorio di Iseo nel 2012 ha fatto segnare un balzo del 13 per cento e che vanta importanti percentuali anche quest'anno.
Certo, nell'Italia in parte ancora
schiava della burocrazia la nascita di un centro termale di vaste
dimensioni si preannuncia un percorso in salita. «Adesso si
aprirà il complesso tema legato allo sfruttamento del sottosuolo -
aggiunge il sindaco - e va approfondita la relativa legislazione. L'area
sulla quale insistono oggi gli impianti è in parte demaniale in parte
della società». Si dovrà quindi capire quindi se e come realizzare
laghetti ex novo e se mantenere le attuali piscine e il campeggio. Basta
però studiarsi la mappa del percorso fatto a Colà di Lazise per
raggiungere il prima possibile la meta. Lì nel 1989 si decise di scavare
un pozzo irriguo per irrigare i 13 ettari dello splendido parco della
settecentesca Villa dei Cedri. Quando la trivella arrivò alla profondità
di 160 metri «sgorgò» la sorpresa che vale migliaia di turisti l'anno e
una fortuna per l'omonima società che la gestisce (la quale non ha
voluto fornire alcun dato al Corriere): una falda d'acqua calda (a 37
°C) che va a riempire un laghetto di 5mila metri quadrati. Nel 1996 la
stessa acqua è stata è stata riconosciuta adatta per la balneoterapia
dal ministero della Sanità. Grazie anche ad una buon marketing
pubblicitario, agli orari flessibili (il sabato la struttura è aperta
fino alle 2 di notte) e all'afflusso di turisti stranieri il parco
termale registra un pienone tutto l'anno.
pgorlani@corriere.it
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Fonte: Corriere della Sera 20 agosto 2013